Ruolo dell’allattamento al seno sul microbiota intestinale nella prevenzione dell’obesità
L’obesità rappresenta un fattore di rischio anche per le malattie croniche non trasmissibili, tra cui diabete mellito di tipo 2, malattie cardiovascolari e tumori. Il sovrappeso e l’obesità.
L’obesità è una patologia in cui la predisposizione genetica/epigenetica, il metabolismo, il comportamento alimentare, l’attività fisica e i fattori socio-culturali, hanno un ruolo fondamentale. Il trattamento di questa patologia è complesso in quanto la maggioranza delle persone che riesce a perdere peso, lo riacquista nei due anni successivi, nonostante ciò anche una modesta perdita di peso è associata a benefici per lo stato di salute.
L’allattamento al seno, a differenza della nutrizione con latte in formula, è associato ad un minor rischio di sviluppare obesità, e i meccanismi con cui può mostrare un ruolo protettivo è la composizione dei nutrienti che il latte materno contiene. Come già affermato, la leptina è presente nel latte materno e ha un effetto positivo nella regolazione del senso di sazietà e dell’introito energetico, infatti i bambini allattati al seno sembrano avere una capacità diversa di regolare l’introito alimentare, sia nel periodo in cui sono allattati esclusivamente al seno, sia nelle fasi seguenti. Il tessuto adiposo è il luogo principale in cui viene immagazzinata l’energia chimica del corpo; quando la quantità di energia consumata supera quella introdotta, i trigliceridi nel tessuto adiposo vengono catabolizzati per munire la quantità extra di energia richiesta, mentre se la quantità di energia introdotta, eccede quella consumata, i trigliceridi vengono immagazzinati. Nonostante l’accumulo dei trigliceridi ai tempi antichi era vissuto come una condizione vantaggiosa nei periodi di magra, oggi si sa che un loro accumulo nel tessuto adiposo indica un eccesso di energia introdotta nel corpo rispetto al dispendio energetico, e se ciò persiste nel tempo si può arrivare a condizioni patologiche come sovrappeso e obesità.
Inoltre, nel latte materno vi è la presenza un basso contenuto di proteine che sono in grado di dare un sostegno alla crescita del bambino senza affaticarne i reni ancoraimmaturi: un’elevata percentuale di proteine vieneinfatti eleminata attraverso i reni. Per di più, le proteine non solo costruiscono la struttura dei vari tessuti, ma sono anche coinvolte in gran parte delle attività biologiche ed enzimatiche, di motilità cellulare, di protezione dell’organismo e di trasposto molecolare.
La quantità di proteine assunte da un bambino mediante l’allattamento al seno, sono inferiori rispetto a quelle assunte da un bambino alimentato con latte in formula.
I neonati nutriti attraverso l’allattamento al seno, hannoanche risposte ormonali differenti rispetto ai bambini alimentati con latte artificiale.
Viene evidenziata l’ipotesi che tale associazione (proteine/obesità) sia dovuta ad un coinvolgimento di fattori ormonali e della concentrazione di specifici aminoacidi nel processo di aumento delle cellule adipose e nell’accumulo di depositi lipidici provocato dall’elevato carico proteico.
Ancora, elevati livelli di insulina che si presentano in bambini alimentati con latte in formula, stimolano il deposito di grasso e lo sviluppo di adipociti.
Nei soggetti obesi si evidenzia un notevole aumento dei phyla Firmicutes ed una riduzione generale di phyla Bacteroidetes.
I Bacteroides si nutrono principalmente di fibre vegetali e sono capaci di assimilare poche quantità di grassi dalla dieta, mentre i Firmicutes sono caratterizzati dalla loro capacità di procurarsi nutrimento principalmente da grassi e zuccheri alimentari favorendone, al tempo stesso, l’assorbimento da parte dell’organismo ospite. Pertanto i Firmicutes inducono le persone obese, a trarre maggior calorie dai cibi ingeriti, portando all’obesità.
Rivista Italiana
on line "LA CARE" Volume 22, Numero 3, anno 2021
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