La maschera laringea nella rianimazione
Conclusioni
La maschera laringea era stata usata, come primo presidio, nelle intubazioni difficili e nelle malformazioni neonatali, come abbiamo visto nella sindrome di Pierre Robin ed altre malformazioni.
Successivamente la LMA è stata utilizzata al posto della maschera facciale nella rianimazione neonatale quando si doveva insufflare dopo la stimolazione. Prevenendo tutte le difficoltà che potevano essere determinate da un cattivo uso della maschera facciale: posizionamento della testa, maschera non aderente al viso o perdita di aria durante l’insufflazione.
Ancora, la maschera facciale poteva determinare, con la pressione esercitata sul viso, una diminuzione della frequenza cardiaca per interessamento del nervo vago. La maschera facciale inoltre determinava una difficoltà nell'allattare il neonato al seno per alterazioni dei muscoli oro facciali, cosa che non si verificava durante l’applicazione della maschera laringea.
Un'altra applicazione importante della maschera laringea e quella di eseguire una intubazione, senza eseguire l’intubazione tracheale.
L'intubazione con la maschera laringea si effettua più velocemente e da meno esiti laringei. Tant’è vero che si usa anche nello svezzamento dall’auto- respiratore. La praticità della maschera laringea è determinata anche dai pochi secondi che servono per intubare un neonato, e quindi può essere usata anche da mani meno esperte, come specializzandi, ostetriche, infermieri pediatrici, infermieri professionali o anche come i Pediatri con poca esperienza neonatale.
La ventilazione con maschera laringea, paragonata alla ventilazione con maschera e pallone, è più efficace in termini di tempi di rianimazione e di ventilazione più brevi e minor ricorso all’intubazione tracheale (evidenza di qualità bassa moderata).
Negli studi dove la maschera laringea è stata usata dopo il fallimento della ventilazione con pallone, è stato possibile evitare l’intubazione nella maggioranza dei casi.
Quando un neonato non risponde alla ventilazione con maschera e pallone è importante che la comunità scientifica consideri l’uso della maschera laringea prima di intubare e prima di fare il massaggio cardiaco.
La maschera laringea offre la stessa efficacia dell‘intubazione tracheale (evidenza bassa o molto bassa) ed è un sistema di ventilazione alternativo all’intubazione tracheale quando l’intubazione è difficile e non si riesce al primo tentativo.
La maggior parte degli studi hanno arruolato neonati con peso superiore ai 1500 gr e con più di 34 settimane di età gestazionale, perciò non ci sono molte evidenze per sostenere l’uso della maschera laringea nei prematuri. Quindi può essere utilizzata anche nei bambini piccoli da 1.600 gr. in poi, comunque tra poco avremo a disposizione una maschera per i neonati altamente prematuri da 0,5.
La maschera laringea inoltre è stata usata per la somministrazione del surfattante, nei bambini al di sopra delle 34 settimane e nei bambini piccoli intorno a 1.600 gr.
Viene usata anche nel trasporto neonatale, in ambulanza e in elicottero, con ottimi risultati.
Ancora, è stata utilizzata nei neonati con trattamento ventilatorio e nello svezzamento dal tubo tracheale nei neonati ventilati a lungo.
Infine, un altro utilizzo che si potrebbe ipotizzare per la maschera laringea è quello della somministrazione dell’adrenalina, in attesa di prendere una vena ombelicale, utilizzando però un dosaggio diverso.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 23, Numero 1, anno 2022
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