La Kangaroo care:
Il gruppo KMC negli studi di FY Kurt et al. (2020) e Cho ES et al. (2016) è stato educato in merito alle corrette modalità di esecuzione delle sessioni di KC, mentre nello studio condotto da Fatemeh Zahra Karimi1 et al. (2016) questo aspetto non viene precisato.
I gruppi KMC hanno seguito le Linee Guida dell’OMS del 2003 sulle modalità e sulla durata di ogni sessione di KMC (30 minuti), ma mentre il gruppo KMC dello studio condotto da Fatemeh Zahra Karimi1 et al. (2016) ha praticato sessioni per il primo mese di vita, negli altri 2 studi le sessioni hanno avuto una durata rispettivamente di 5 giorni (FY Kurt, 2020) e di 10 sessioni (Cho ES, 2016). Questa discrepanza nella durata è dovuta al fatto che Fatemeh Zahra Karimi1 et al. (2016) hanno coinvolto neonati sani a termine mentre invece negli studi di FY Kurt et al. (2020) e Cho ES et al. (2016) i protagonisti sono rappresentati da neonati pretermine rispettivamente di età gestazionale < 37 settimane e >33 settimane, clinicamente stabili, ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale. In tutti e tre gli studi si è riscontrato, sulla rispettiva scala di valutazione del legame madre-figlio, un punteggio maggiore per le diadi appartenenti al gruppo sperimentale KMC.
È importante identificare i fattori che possono influenzare e interferire con il legame genitore-figlio quali, ad esempio, il tipo di parto, gravidanza indesiderata, esperienza negativa del travaglio.
Anche fattori sociali caratteristici della madre possono influenzare il rapporto con il nuovo nato: il livello d’istruzione, il lavoro, il tipo di famiglia in cui si è cresciuti (FY Kurt, 2020), fattori culturali e convinzioni personali (Athanasopoulou E, 2014).
Importante, inoltre, è sottolineare come il setting in cui gli studi sono stati condotti possa aver influenzato i risultati ottenuti.
Se si considera l’ambiente della terapia intensiva neonatale fattori quali rumori, luci, stimoli dolorosi ripetuti, somministrazione di terapia possono causare stress al neonato e influenzarne l’interazione col genitore.
Dunque per limitare l’influenza di questi fattori e garantire l’ambiente più adeguato le sessioni di KC dovrebbero essere sempre supportate anche a domicilio. Anche il fatto che i genitori sapevano di essere osservati durante le sessioni ha potuto influenzare i comportamenti relazionali (Athanasopoulou E, 2014).
Nello studio condotto da Helk Souza L. et al. nel 2017, il contatto pelle a pelle è stato l’elemento, tra i 3 considerati, che ha ottenuto migliori risultati in termini di legame madre- figlio. Ovvero sia, solo le puerpere con storia di contatto pelle a pelle hanno mostrato un migliore grado di legame con il proprio figlio. Gli altri due elementi (tipo di parto e dolore durante il travaglio) non hanno influenzato il grado di legame in maniera statisticamente significativa.
Più in particolare, nella valutazione dell’item “Tristezza” sulla scala di valutazione utilizzata, il punteggio è risultato statisticamente significativo per un valore p=0,037 (con p necessariamente <0,05).
Le puerpere che non hanno praticato il contatto pelle a pelle con i rispettivi neonati hanno manifestato uno stato emotivo più triste.
Volendo approfondire il dominio “Umore materno”, nello studio condotto nel 2014 da Athanasopoulou E e Fox J. si è indagato gli effetti della KMC sull’umore materno e sui modelli di interazione tra genitore e neonato pretermine <37settimane (non viene specificato alcun range).
Due sono gli studi che prendono in considerazione la figura paterna (Shorey S, 2016) e (Ünal Toprak F, 2020), sottolineando quale possa essere la correlazione tra l’attuazione delle sessioni di Kangaroo Father Care e l’instaurarsi di un legame padre-figlio.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 25, Numero 3, anno 2022
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