Fig. 32
Dall’analisi dei dati si evince che le aspettative delle donne riguardo l’esperienza di travaglio e parto non sono pienamente confermate.
Sono però molti i fattori che influiscono su tali aspettative, la parità prima fra tutte. Infatti una donna che ha già partorito, per quanto ogni parto sia un’esperienza unica, saprà già, almeno in parte, cosa aspettarsi: il dolore delle contrazioni, i tempi, la cura del bambino una volta a casa (si veda fig. 24). Nonostante ciò, la paura nei confronti del parto, che accompagna le donne durante la gravidanza non è influenzata dalla parità (fig. 20) e la qualità di dolore immaginato e percepito è sovrapponibile nei due gruppi (figg. 21 e 22). È invece diverso il ricordo di questo dolore (fig. 23): infatti le primipare tendono a ricordarlo come insopportabile, mentre le pluripare lo ricordano maggiormente come intenso ma sopportabile. Questo può dipendere dal fatto che solitamente i tempi del travaglio e del parto sono più lunghi nelle primigravide, quindi queste donne potrebbero essere più stanche dopo il parto, meno rilassate e, quindi, più inclini a ricordare il dolore da poco provato in modo più intenso. Infatti, nonostante il dolore sia percepito in modo analogo, sono le primigravide quelle che richiedono più frequentemente l’analgesia farmacologica (fig. 19).
È interessante vedere come il ricorso all’epidurale sia correlato alla risposta ad alcune domande. Infatti, le donne che ne hanno usufruito sono per lo più quelle che si aspettavano un dolore devastante o insopportabile (fig. 26), e che forse, immaginando che questo dolore non si
potesse controllare, erano maggiormente predisposte a richiedere l’analgesia farmacologica.
Logicamente la maggior parte delle donne (84%) che ne ha usufruito ha percepito un dolore devastante o insopportabile (fig. 27), e così è anche il
dolore che ricordano (fig. 28). Quindi l’analgesia può aiutare a sopportare il dolore ma non incide sul ricordo: le donne ancora ricordano il dolore devastante provato prima di effettuare l’analgesia.
Tra le donne che invece non ne hanno fatto uso (fig. 28), nonostante il 72% abbia percepito il dolore come devastante o insopportabile, sono molte di più quelle che tendono a ricordarlo come intenso ma sopportabile (47%) (fig. 27), forse perché, per quanto sia stato intenso questo dolore, sono riuscite a controllarlo con le proprie risorse.
Altri dati interessanti sono quelli che emergono dal confronto tra le primipare che hanno partecipato al corso pre parto e quelle che non vi hanno partecipato. In particolare, le donne che hanno frequentato il corso di accompagnamento alla nascita riescono a controllare meglio il dolore e solo il 47% ha usufruito dell’epidurale (fig. 29), anche se mentre il 62% lo immaginava intenso ma sopportabile (fig. 30), ben il 75% lo ha percepito devastante o insopportabile (fig. 31). A conferma di ciò, il 72% delle donne che hanno partecipato al corso ha risposto negativamente alla domanda sulla corrispondenza tra dolore immaginato e dolore percepito (fig. 32).
Delle primigravide che invece non hanno partecipato al corso pre parto, il 64% ha richiesto l’analgesia (fig. 29), solo il 32% si aspettava un dolore intenso ma sopportabile (fig. 30) e l’ 86% ha provato questo dolore come devastante o insopportabile (fig. 31). A differenza delle donne che hanno partecipato al corso, il 55% di queste donne ha risposto in modo affermativo alla domanda sulla corrispondenza tra dolore immaginato e dolore percepito (fig. 32)
Altre informazioni importanti che si possono trarre dall’analisi dei questionari sono, ad esempio, che le aspettative delle donne verso le/gli ostetriche/ci di sala parto sono state confermate e che quindi tutte le donne, tranne una, hanno trovato aiuto e supporto da parte dell’ostetrica/o da cui sono state assistite in sala parto (figg. 15 e 16).
Sebbene il 77% delle donne abbia effettuato il colloquio con l’anestesista (fig. 6), solo il 43% ha poi richiesto l’epidurale (fig. 7). Infine, solo il 38% delle donne ha partecipato al corso pre parto, ma queste ne sono rimaste soddisfatte.