Alimentazione esclusiva di neonati prematuri con latte materno
e donazione alla Banca del Latte Umano Donato (BLUD).
A. Quitadamo
Del resto è ormai dimostrato che le informazioni e i consigli sui vantaggi e sulla pratica dell’allattamento
materno alle madri dei VLBW, anche quando le condizioni cliniche sono critiche, non solo non
rappresentano un fattore di rischio33 aggiuntivo dello stress materno, anzi, ma diventano piuttosto un modo
per rendere le donne che hanno partorito prematuramente e magari anche con un parto complicato,
consapevoli e co-protagoniste delle cure del proprio figlio.
Rispetto ai dati di composizione4 è in linea con la letteratura il riscontro di un incremento del 18% della
componente proteica del latte da madre di neonati prematuri, che indicava proprio una percentuale
variabile da 15 al 20% mentre meno significativo è il gap dei carboidrati che è del 5-6% se viene considerato
il latte di pool e solo del 5% rispetto a quello di singola donatrice e quello calorico che è superiore del 2%
rispetto al latte da singola donatrice e dell’11% in più nel latte di pool. Sovrapponibile è il dato dei lipidi
rispetto al latte a termine da singola donatrice mentre diventa del 24% in più rispetto a quello di pool. Come
riportato in letteratura quello dei lipidi risulta il dato più variabile perché dipendente dalla dieta e, nel caso
delle donatrici anche dal momento scelto nel corso della giornata per la donazione e la durata
dell’espressione del latte che è direttamente proporzionale alla secrezione lipidica. Probabilmente sarebbe
utile indirizzare più attentamente le donatrici su una più “corretta” alimentazione da seguire durante il
periodo dell’allattamento e della donazione, utile per sé stessa e il proprio bambino, anche per il
miglioramento della qualità del latte da fornire ai neonati ancor più delicati come i prematuri, oltre che,
come detto sui tempi e modi di estrazione e raccolta.
Diversi sono gli spunti di approfondimento suscitati da questo lavoro per una maggiore conoscenza e
gestione del latte di banca, preziosa risorsa di cui abbiamo la fortuna di disporre in buona quantità nella
nostra TIN.
La care delle madri che si impegnano ad ottenere il proprio latte durante la degenza del figlio nato
prematuramente in TIN, deve essere certosina con un accompagnamento e sostegno completo e
standardizzato, nel rispetto di un protocollo esaustivo e puntuale, ma di uso pratico ed agevole, a
disposizione del personale della TIN e della BLUD, adeguatamente formato e preparato su questo aspetto
dell’assistenza dei neonati prematuri, che contenga tutte le indicazioni di provata efficacia in termini di
tempi, modalità e pratiche di supporto tecnico e logistico all’allattamento prima con latte estratto, secondo
le regole descritte ritenute più idonee al raggiungimento dei migliori risultati, e successivamente
direttamente al seno.
Probabilmente nella nostra Unità Operativa ci è stata di aiuto la possibilità della permanenza delle madri
dei neonati ricoverati in TIN per le intere 24 ore in uno spazio adiacente alla stessa, opportunità abbastanza
rara ma fondamentale per la collaborazione delle donne perché contribuisce a ridurre lo stress della
separazione madre-bambino. Sappiamo che quest’ultimo, insieme ad altri fattori, è capace di interferire
con la fisiologia della lattazione attraverso diversi meccanismi. Infatti si ipotizza che la ridotta ed alterata
produzione di latte sia dovuta almeno in parte ad una soppressione della PRL indotta dall’adrenalina
liberata per lo stress (24,27).
Non solo, ma la disponibilità costante delle madri favorisce una più attiva collaborazione tra le stesse e gli
operatori, nonchè lo sviluppo di un sentimento di solidarietà tra le mamme dei prematuri che vengono a
condividere oltre che gli spazi soprattutto le esperienze, le informazioni e il vissuto in quel particolare,
intenso e forte periodo della vita che si trovano, loro malgrado, a sperimentare ma che le accomuna tutte.
Un elemento favorente è anche la presenza nella nostra struttura della Banca del Latte con il suo personale
dedicato, i suoi spazi e il suo managment che riteniamo abbia favorito la produzione, il mantenimento e la
donazione di questa categoria di madri. Del resto va ricordato, a tale proposito, che è stato dimostrato che
la presenza di una banca del latte non interferisce con l’alimentazione al seno dei neonati prematuri ma al
contrario la favorisce (25).
In conclusione, il messaggio importante che ne deriva è che anche ad età gestazionali molto basse o
addirittura estreme esiste la possibilità di ottenere una produzione di latte materno congrua da un punto di
vista quantitativo e idonea da un punto di vista qualitativo attraverso l'analisi di composizione del latte
materno, grazie alla disponibilità dell'analizzatore, utile anche per una fortificazione individualizzata.
Questa consapevolezza diventa un punto di partenza fondamentale per l'attivazione in maniera
standardizzata33 di tutte le strategie di promozione e sostegno dell'allattamento in TIN che si sono
dimostrati efficaci (1,3,9,13,49-51), da quelle finalizzate all'informazione e sostegno delle madri, le cui necessità
vanno sempre tenute in grande considerazione (28,31,32), a quelle pratiche che riguardano tempi e modi di
stimolazione ed espressione del seno e di somministrazione del latte, con un ruolo proattivo del personale
della TIN, che peraltro ha una responsabilità precipua (26), fino alla disponibilità di un protocollo condiviso
(45,46)
A. Quitadamo
Rivista Italiana online "La Care" Vol 7 No 1 anno 2017- pagina 26
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