Prevenzione e gestione del dolore nel feto e nel neonato
La procedura consiste in numerosi gesti simultanei:
• sdraiare il neonato su un lato, con le gambe e le braccia flesse ma libere di muoversi;
• guardare il neonato in faccia, vicini, per attirare la sua attenzione;
• massaggiare la faccia e la schiena del neonato;
• parlare al neonato dolcemente, ma fermamente;
• lasciare annusare al neonato il profumo dell’olio per neonato sulle mani del terapista;
• somministrare Soluzione Glucosata al 10% sulla lingua del neonato per i 30 secondi prima della procedura dolorosa.
Molteplici stimolazioni sensoriali possono attivare il meccanismo del gate-control (teoria del cancello) per bloccare la trasmissione nocicettiva. Il cervello attua un filtro: non permette a tutti i segnali di essere riconosciuti e quindi “sentiti”, ne amplifica qualcuno e ne riduce altri.
È per questo che uno stimolo tattile compete e successivamente riduce il dolore: lo stimolo tattile attiva le fibre mielinizzate A, le quali a loro volta attivano alcuni interneuroni nella colonna vertebrale, che arrestano lo stimolo doloroso che risiede nelle fibre non mielinizzate C.
Questa modalità non farmacologica per il controllo del dolore può essere utilizzata sia per i neonati pretermine che per quelli a termine, ma viene utilizzata per le procedure dolorose meno invasive, come ad esempio la puntura del tallone.
Un altro vantaggio è che questa tecnica è facile da apprendere e non necessita di lunghi periodi di preparazione per effettuarla con successo.
Ovviamente la Saturazione Sensoriale è decisamente più efficace se si sostituisce alla Soluzione Glucosata
il latte materno e al profumo dell’olio per neonati l’odore della propria madre;
se questa pratica viene effettuata con l’aiuto della madre che tiene in braccio
il suo bambino, lo massaggia, lo culla, lo allatta, gli parla e gli fa sentire
il suo odore la risposta del neonato sarà decisamente più intensa e positiva
rispetto alla simulazione, da parte degli operatori sanitari, che risulterà
comunque più “asettica” del gesto naturale.
In conclusione, il neonato che viene sottoposto a procedure dolorose, dovrebbe ricevere una qualche forma di analgesia, ma necessita anche di una presenza umana che lo rassicuri, lo calmi, lo distragga e lo conforti.
Conclusioni
Sia il feto che il neonato, lo ha dimostrato la scienza, devono essere considerati come persone, e di conseguenza deve essere riconosciuta la loro dignità.
Viene quindi semplicemente ricordato che nell’assistenza alla gravidanza il feto debba essere considerato.
Se la gravidanza è fisiologica, e non esistono presupporti per eventuali patologie, si sottolinea l’importanza di evitare le tecniche invasive non necessarie.
Durante gli interventi chirurgici intra-uterini deve essere tutelata la salute psicofisica del feto e, se possibile, è fortemente consigliata una terapia antalgica ed anestetica.
Durante travaglio e parto fisiologici, è importante ridurre al minimo gli interventi invasivi, per evitare di sottoporre il feto a molteplici e inutili stress.
Alla nascita del neonato si devono tenere presenti le sofferenze che prova durante il parto, e il “trauma” che subisce venendo alla luce.
Cercare di immedesimarsi, con empatia, in colui che si assiste è la base per un’assistenza attenta e precisa, adeguata ai bisogni della persona assistita.
L’attenzione, l’empatia, la “Care” quindi, sono le modalità migliori per un approccio assistenziale il più umano e professionale possibile.
Tutto ciò, ovviamente, è da considerare sia nell’assistenza al neonato nato a termine di gravidanza, sia al neonato pretermine.
Ad ogni intervento invasivo, nel neonato, dal prelievo alla ventilazione, deve essere associata una adeguata terapia anestetica ed antalgica
sempre accompagnate da misure non farmacologiche di sostegno al neonato, che lo rassicurino, che lo distraggano, che lo confortino, che lo tranquillizzino.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 14, Numero 1, anno 2019
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