Il taglio cesareo 'dolce'
Revisione: i dati vanno poi analizzati per ottenere un feed-back sul quale il team può impegnarsi per potenziare e perfezionare la pratica.
Il classico taglio cesareo, soprattutto se condotto in anestesia generale, ha sempre privatola coppia della straordinaria esperienza della nascita e minato il benessere materno-fetale.
Con il parto cesareo “dolce” si intende dunque proporre alla coppia genitoriale una versione più naturale della tecnica, avvicinandola il più possibile al parto spontaneo vaginale: lo stato cosciente della gestante, la riduzione degli impedimenti agli arti superiori, la possibilità di vedere (e non solo sentire) il proprio figlio nascere, l’immediato contatto “pelle-a-pelle” madre-figlio, la presenza in sala operatoria del padre, la possibilità di ascoltare musica fornita dalla gestante stessa, la riduzione di voci e rumori disturbanti, la possibilità per il padre di tagliare il moncone ombelicale e di provvedere all’identificazione del neonato, concorrono a rendere più naturale ed emotivamente coinvolgente questa esperienza,fino ad ora vissuta troppo passivamente dai futuri genitori.
I benefici della pratica sono pertanto molteplici: gli indici di Apgar sono più alti, l’allattamento è favorito, la soddisfazione della coppia è maggiore, il bonding madre-neonato è migliorato, così come il mantenimento della loro temperatura corporea.
Modalità
Si caratterizza per 3 fondamentali passaggi:
•I genitori possono veder nascere il proprio figlio, partecipando attivamente alla nascita;
• L’estrazione fetale è lenta, permettendo al neonato di mettere in atto meccanismi di auto-rianimazione per meglio adattarsi alla vita extrauterina;
•Il neonato viene messo sul torace della madre per l’immediato contatto pelle-a-pelle.
La procedura chirurgica rimane immodificata (tecnica secondo Stark), ma l’estrazione fetale avviene più lentamente: dopo la fuoriuscita della testa, si applica la tecnica “Hands-off”, aspettando che il feto attui il primo tentativo respiratorio.
Si sfrutta la compressione esercitata dalla breccia uterina sul torace del feto, la quale favorisce l’espulsione del liquido amniotico dai suoi polmoni e, allo stesso tempo, tampona la breccia stessa, limitando il sanguinamento.
Dopo il primo vagito, si aiuta il disimpegno delle spalle e si attende che il neonato liberi da solo gli arti superiori; una volta nato, viene adagiato sul torace della madre, asciugato e coperto con dei teli riscaldati.
Il cordone ombelicale viene clampato e reciso dopo almeno 60’’ oppure quando ha smesso di pulsare, per consentire l’autotrasfusione.
Come realizzare il parto cesareo “dolce”
1. Madre e padre si preparano in reparto e insieme vengono accompagnati in sala operatoria;
2. La temperatura della sala dovrebbe essere ≥ 25°C per evitare l’iportermia del neonato. Tuttavia, per un buon compromesso tra benessere materno-fetale, comfort degli operatori e mantenimento della sterilità, si è scelta la temperatura costante di 21,5 °C;
3. Va ridotta al minimo la presenza di personale in sala operatoria, cercando di creare il più possibile un ambiente intimo e familiare;
4. Il tono di voce deve essere mantenuto basso e vanno evitate inutili conversazioni e rumori;
5. La donna ha la possibilità di ascoltare musica;
6. Il catetere venoso periferico viene posizionato sul braccio non dominante, in modo tale che l’eventuale piegamento dell’arto non impedisca il flusso dell’infusione;
7. Gli elettrodi per il monitoraggio ECG devono essere posizionati in modo tale da lasciare libero il torace per il contatto pelle-a-pelle;
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 14, Numero 1, anno 2019
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