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Il bonding materno: l’impatto degli eventi di vita stressanti durante la gravidanza
Nonostante le difficoltà nel misurare, definire e studiare lo stress, un ampio corpus di letteratura documenta i contributi dei fattori di stress acuti e cronici durante la gravidanza sugli esiti materni avversi [1,2]. Lo stress è definito come una risposta fisiologica a richieste e minacce psicologiche e fisiche che “eccedono la capacità di adattamento di un organismo, determinando cambiamenti psicologici e biologici che possono mettere le persone a rischio di malattia” [3].
Il fatto che la morbilità della salute mentale postpartum e la compromissione del bonding spesso coesistono è ben dimostrato dalla letteratura attuale [8]. Gli studi hanno riportato che la prevalenza del bonding materno alterato varia dal 6% al 41% nei campioni clinici, questo può comportare una scarsa interazione madre-figlio causando problemi emotivi, cognitivi e comportamentali a lungo termine nei bambini [9]. Secondo la letteratura internazionale, la depressione postpartum si verifica in circa il 10-20% delle donne [4]. Tuttavia, in uno studio americano, che ha esaminato un campione non rappresentativo all'interno degli Stati Uniti, il 39% delle madri è stato considerato depresso durante il periodo postpartum [10] e la gravità dei sintomi depressivi materni era uno dei più forti predittori del legame madre-figlio alterato [7].
Essendo lo stress un fenomeno complesso, amplificato dalla gestazione, dal parto e dal puerperio, può essere indicato un approccio di valutazione valido come quello sviluppato dal Life Experiences Survey (LES) [11]. In questo studio, invece di considerare il numero di eventi stressanti vissuti o misure prettamente oggettive dello stress, abbiamo valutato l’impatto emotivo percepito dalle donne focalizzandoci così non sugli eventi che di per sé vengono definiti stressanti ma sulla percezione personale che le donne hanno avuto rispetto ad una serie di esperienze che possono accadere durante la gravidanza.
Ad esempio, la "gravidanza" può essere considerata come un evento altamente positivo per una donna che desidera un figlio, ma può essere anche percepito come un evento stressante e indesiderato per un’altra donna. Inoltre, gli item del LES sono stati scelti per rappresentare cambiamenti di vita frequentemente vissuti dagli individui nella popolazione generale [11].
Nella letteratura ci sono poche evidenze scientifiche sull'associazione tra eventi di vita percepiti stressanti durante la gestazione, bonding alterato e sintomi di depressione postpartum focalizzando l’attenzione anche sulle diverse sfumature del vissuto emotivo della donna. Inoltre, i pochi studi precedenti non hanno indagato l'interazione di questi elementi al momento della dimissione dall'ospedale della diade, più precisamente il secondo giorno dopo il parto.

L'acquisizione di questi dati potrebbe fornire interessanti intuizioni sui fattori alla base del bonding alterato e dei sintomi depressivi postpartum, migliorando così la capacità degli operatori sanitari di identificare problemi di rilevanza clinica e di considerare o prescrivere preventivamente regimi di trattamento appropriati.

In questo studio ospedaliero, abbiamo quindi esaminato la relazione tra eventi di vita percepiti come stressanti ed accaduti nei 12 mesi prima del parto tramite il LES, i sentimenti delle donne nella prima relazione con i loro bambini testati dalla scala di legame madre-neonato (MIBS) [12] e l'entità dei sintomi depressivi postpartum secondo la Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS) e le sfumature del vissuto emotivo materno tramite le sottoscale Anedonia, Ansia e Depressione [13,14].
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 22, Numero 3, anno 2021
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