La carenza nutrizionale di iodio costituisce un grave problema sanitario e sociale. Si stima infatti che colpisca il 29% della popolazione mondiale. In Italia, un monitoraggio viene fatto dall’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi, tramite l’analisi della ioduria, ovvero la concentrazione di iodio in campioni di urine.
I dati negli ultimi anni hanno mostrato che solo in tre regioni, tra cui la Liguria, è stato raggiunto un adeguato apporto del minerale nei bambini in età scolare.
La ioduria è stata misurata anche in donne in gravidanza che non assumevano integratori: i risultati hanno mostrato un insufficiente apporto di iodio, che è invece fondamentale reintegrare in gravidanza e durante l’allattamento per garantirne l’aumentato fabbisogno (American Journal of Clinical Nutrition, 2013).
Anche i neonati risultano colpiti dalla carenza: si deduce dall’elevata frequenza di valori elevati di Tsh (ormone tireostimolante prodotto dall’ipofisi che regola la secrezione degli ormoni tiroidei) negli screening neonatali.
Lo iodio è un micronutriente essenziale per assicurare il normale accrescimento ed il benessere dell'organismo, in quanto è indispensabile per la produzione degli ormoni tiroidei che hanno un ruolo chiave nel processo di crescita e nella morfogenesi di diversi organi ed apparati.
La loro azione si esplica a diversi livelli: nella termogenesi, nel metabolismo glucidico (aumento del consumo cellulare del glucosio, del suo assorbimento intestinale e riduzione della gluconeogenesi epatica), nel metabolismo proteico (attivazione della sintesi proteica), nel metabolismo lipidico (regolazione della sintesi del colesterolo), nel metabolismo fosfo-calcico (favorisce la deposizione del Ca++ nella matrice dell'osso).
Particolarmente critico è il primo trimestre di gravidanza: l'embriogenesi della tiroide è infatti precoce (10°-12° settimana di gestazione), ma la produzione di ormoni tiroidei fetali inizia dalla 18°-20° settimana, per cui il passaggio transplacentare di ormoni tiroidei materni è fondamentale nelle prime fasi della gravidanza
per lo sviluppo del sistema nervoso fetale.
La corretta funzione della ghiandola tiroidea è garantita da un adeguato apporto nutrizionale di iodio. E’ molto importante introdurre con la dieta le giuste quantità di
iodio per garantire l’ottimale funzionamento della tiroide. Il contenuto di iodio negli alimenti è molto variabile.
I cibi che ne sono più ricchi sono naturalmente i pesci e i frutti di mare, mentre la sua presenza nelle verdure è dipendente dal terreno di coltivazione. La disponibilità metabolica dello iodio degli alimenti dipende anche dal loro metodo di cottura. Esistono diverse sostanze negli alimenti e nell'ambiente che possono incidere sulla sul ridotto assorbimento dello iodio. Ad esempio cibi ricchi di tiocianati (cavoli, broccoli, ravanelli, pomodori), competono con lo iodio e ne riducono la captazione tiroidea. Il fumo di sigaretta aumenta i livelli dei tiocianati che a loro volta riducono la captazione dello iodio a livello della membrana tiroidea. Quando lo iodio è carente nella dieta si hanno una serie di conseguenze a carico dell'organismo le cui manifestazioni differiscono in rapporto alla gravità della carenza iodica ed al periodo della vita in cui si realizza (Pediatrics, 2013).
STATO DI SVILUPPO | DISTURBO |
Feto |
Aborti e feti nati morti Anomalie congenite Aumentata mortalità perinatale e infantile Cretinismo neurologico (deficienza mentale, sordomutismo, strabismo) Cretinismo mixedematoso (nanismo, deficienza mentale) Difetti psicomotori |
Neonato | Gozzo neonatale Ipertiroidismo neonatale |
Bambino e adolescente | Gozzo Ipotiroidismo giovanile Ritardo mentale Deficit neuropsichici |
Adulto | Gozzo Ipotiroidismo Deficit mentali Ipofertilità |
Ad ogni età | Aumentata suscettibilità alle radiazioni nucleari |