IN ALLATTAMENTO IL SOSTEGNO FA LA DIFFERENZA, NON LA FORTUNA!
A. Cortese
Allattare al seno è facile! È naturale! Queste parole risuonano da secoli e in effetti non c’è niente di più vero. Però oggi in un mondo supermedicalizzato in cui si è persa la cultura dell’allattamento ci vuole informazione, sostegno e supporto. La fortuna c’entra poco.
Allattare o meno non è decisione delle Moire greche né una predizione degli Oracoli, ma è una scelta della donna che deve essere sostenuta dai professionisti, attraverso:
1) la divulgazione di giuste informazioni in tema di allattamento già in gravidanza (come previsto dal punto 3 dei 10 passi UNICEF-OMS dell’allattamento);
2) un’adeguata assistenza ospedaliera con un’equipe ben formata (punto 2 dei 10 passi UNICEF-OMS) che:
A) permetta una nascita naturale, poiché si è visto che la modalità del parto influenza anche l’allattamento, in quanto un parto medicalizzato con peridurale e/o somministrazione di ossitocina sintetica va ad ostacolare la secrezione degli ormoni endogeni fautori del benessere psicofisico e dell’allattamento;
B) incoraggi il processo di attacco, promuovendo:
» l’allattamento a richiesta,
» il contatto pelle a pelle,
» il rooming-in,
» non somministrando glucosate o formule artificiali neonatali nè introducendo dispositivi non necessari o succhiotti e tettarelle, (come previsto sempre dal quarto al nono passo UNICEF-OMS)
» UTIN aperta alla madri h 24;
3)
L’indirizzamento a reti di sostegno territoriale a cui appoggiarsi (passo 10 UNICEF-OMS).
Possiamo affermare, dunque, che le problematiche riscontrate in allattamento dalle madri al rientro a casa hanno una base pregressa dovute alle insufficienti informazioni ricevute e a pratiche ospedaliere poco opportune.
Si è visto, inoltre, come le difficoltà rilevate sono ridotte o assenti e non inficiano sull’allattamento per le donne che:
I. vengono adeguatamente informate prima o hanno partecipato ad un buon corso di accompagnamento alla nascita;
II. hanno incontrato operatori aggiornati nel luogo del parto che hanno sostenuto e favorito l’allattamento già nelle prime fasi dopo la nascita;
III. hanno supporto nel territorio al rientro a casa.
Spesso, infatti, la causa che porta una madre a interrompere un allattamento è data dal senso di solitudine, di inadeguatezza e di confusione che la pervade se lasciata sola senza sostegno della famiglia ed degli operatori territoriali, piuttosto che un reale problema riscontrato.
Tal volta anche i gruppi di sostegno di mamme per l’allattamento possono essere un valido supporto. Riassumendo quanto detto fin’ora possiamo dire che la fortuna dell’allattamento sta nella psiche della donna e nell’operato dei vari professionisti aggiornati. Per capire quali sono le difficoltà riscontrate dalle mamme al rientro a casa e come risolverli bisogna fare un passo indietro e fare un accenno alla psiconeuroendocrinoimmunologia
(PNEI).
Grazie alle neuroscienze sappiamo che i pensieri e le emozioni spingono
l’organismo a produrre neurotrasmettitori ed ormoni con effetti anche sul
sistema immunitario, influenzando l’intero organismo. I pensieri nascono
dall’interazione con l’ambiente che ci circonda, ecco perché è fondamentale
analizzare l’ambiente, ancor prima di curare eventuali problematiche riscontrate
dalle mamma inerenti l’allattamento, per capire quale fattore ambientale può
essere radice del problema/disequilibrio ed estirparla.
In quest’analisi dovremmo porci una serie di domande: oggi qual è lo scenario
intorno a noi? quali caratteristiche ha? Qual è l’ambiente ottimale per favorire
l’allattamento come norma biologica anche nell’uomo? Perché allattare oggi è
diventato così difficile? Cos’è cambiato intorno a noi?
Il progresso, il consumismo e la medicalizzazione estrema che società ha creato?
Forse oggi nell’Era del progresso scientifico, del consumismo e delle cose
belle, pronte e veloci allattare è diventata una delle cose più difficili!
La cultura verso il seno materno si è piegata e ciò lo si vede già in tenera
età, infatti le bambine non sono più abituate a vedere le madri allattare e per
di più loro stesse giocano con bambole dotate di biberon, quindi nelle loro
menti si installa il pensiero che allattare equivale a somministrare formula
artificiale con il biberon e da adulte ripeteranno il modello genitoriale delle
madri “portatrici di biberon”, a questo si aggiungono le varie credenze che si
son sviluppate negli anni, il parere spesso errato dei non esperti, una società
e dei professionisti poco aggiornati che considerano l’allattamento come
istintivo senza difficoltà e non ne danno la giusta importanza.
A. Cortese
Rivista Italiana online "La Care" Vol 7 No 1 anno 2017- pagina 29
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