IN ALLATTAMENTO IL SOSTEGNO FA LA DIFFERENZA, NON LA FORTUNA!
A. Cortese
È vero che nel cervello umano vi è una componente mammifera che promuove istintivamente l’allattamento e la cura della prole, ma è anche vero che nella società odierna molte cose sono cambiate rispetto al passato. L’errore sta nel considerare l’allattamento una prova come per un abito, se va, va; se non va, pazienza; tanto alla fine una soluzione la si trova sempre e guarda caso corrisponde alla formula artificiale. Ma in ballo c’è molto di più che mero cibo per lattanti.
Il latte materno non è solo nutrimento, ma:
» è attivante il sistema immunitario,
» fa maturare le cellule intestinali per poi poter assimilare i nutrienti dell’alimentazione futura,
» riduce il rischio di allergie e obesità,
» crea un legame indissolvibile con la propria madre, aumentando il grado di soddisfazione di quest’ultima e facendo sentire il bimbo amato consentendogli una migliore evoluzione psicofisica,
» inoltre è anche un fattore di prevenzione contro la depressione post-partum.
Proprio perchè allattando si generano pensieri ed emozioni positivi che incentivano il rilascio di ormoni tra cui l’ossitocina che abbassa i livelli di stress e ci rende felici e innamorati oltre a favorire uno stato di relax.
Quante azioni benefiche dovute ad un’unica azione. Eppure l’allattamento viene ancora sottovalutato. “Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere!” Diceva Ghandi. Quanta verità in quelle parole, ma cambiare a volte è così difficile. Sicuramente abbiamo capito, soprattutto le mamme, che c’è qualcosa da modificare, però siamo talmente abituati a codesto stile di vita che ne restiamo ancora ancorati. È proprio vero che la cosa più dura che esista è l’ABITUDINE altro che diamanti.
Resta salda, però, la fiducia nel ritorno dell’allattamento come norma biologica, anche se ci vorrà tempo, dopotutto il primo passo è prenderne consapevolezza e questo la società in parte lo sta compiendo. In primis si dovrebbero abbattere tutti i preconcetti e i miti creati nella società, magari controbattendo con:
» la divulgazione di informazioni basati sull’evidenza scientifica prima e dopo la nascita,
» la cura delle prime fasi di allattamento,
» la valorizzazione delle figure professionali che si occupano di allattamento tra cui l’ostetrica/o e la consulente IBCLC,
» l’aumento dei gruppi di sostegno dell’allattamento materno,
» la formazione in merito l’allattamento di tutti i professionisti che entrano in contatto con il percorso nascita.
Molti possono trovare facili giudizi e soluzioni in merito di allattamento, ma quante di queste sono in linea con quanto raccomanda l’OMS? Davvero poche! Molti parlano, suggeriscono, consigliano su cosa fare e come agire pur non avendone competenze o non essendo aggiornati, per cui una raccomandazione per tutte le mamme potrebbe essere quella di non prendere come oro colato tutto quello che sentono in giro, ma di consultarsi prima sul sito del ministero e vedere cosa ci indica in tema di allattamento, onde evitare problematiche sempre crescenti che possano portare all’interruzione dell’allattamento. Difatti le difficoltà iniziali dopo la dimissione sono sempre piccole e risolvibili in pochissimo tempo, se risolte sul nascere, ma che invece aumentano di gravità se ignorate e se si associano altri fattori. Ad esempio tra le difficoltà riscontrate dalle madri principalmente troviamo quelle legate all’attacco che sappiamo possono portare alla formazione di ragadi e stress, quest’ultime associate all’ingorgo possono portare alla mastite e così via. Ecco come da un piccolo problema si aumenta di gravità se ignorato. Ricapitolando abbiamo capito come l’ambiente può essere un promotore o un deterrente dell’allattamento. Quando una donna incontra delle difficoltà sull’allattamento dovrebbe poter contare su professionisti qualificati e soprattutto sui suoi familiari, ecco perché durante le consulenze di allattamento ritengo utile non solo osservare il problema in sé, ma anche analizzare l’ambiente in cui vive la signora al fine di rassicurarla ed effettuare un colloquio con i suoi parenti più stretti per rendere l’ambiente familiare idoneo con una maggiore consapevolezza.
Per approfondire la ricerca ho voluto intervistare 70 donne della provincia di Palermo che allattano, per chiedere quali difficoltà hanno incontrato dopo la dimissione ospedaliera e quali cause secondo loro possono portare all’interruzione dell’allattamento.
I dati raccolti parlano chiaro: il 57% delle intervistate ha avuto
problemi di attacco e/o sofferto di ragadi, ingorghi, mastiti.
A. Cortese
Rivista Italiana online "La Care" Vol 7 No 1 anno 2017- pagina 30
- Avanti »