Termoregolazione Neonatale
Skin to skin contact - temperatura neonati:
Grafico 4.1- Skin to skin- T° neonato 2016
Grafico 4.2- Skin to skin- T° neonato 2017
Tempo skin to skin
0= Assente
1= 5’-30’
2=30’-60’
3=60’-120’
Da entrambi i grafici a dispersione si evince che la T° dei neonati in cui è stato eseguito skin to skin con un tempo di 1-2 ore presentavano rispettivamente una media di 36,05°C nel 2016 36,4°C nel 2017.
La temperatura dei neonati in cui non è stato eseguito skin to skin o eseguito in tempi inferiori a un’ora risulta essere molto più dispersiva.
Pertanto, il contatto pelle a pelle si è dimostrato essere una pratica appropriata, in grado di influenzare positivamente l’adattamento neonatale alla vita extrauterina; dai dati raccolti riteniamo che debba essere maggiormente valorizzata.
CONCLUSIONI
Come spiegato in precedenza, il contatto pelle a pelle si è dimostrato essere la pratica più appropriata, in grado di influenzare positivamente l’adattamento neonatale alla vita extrauterina, inoltre il “contributo materno” alla stabilizzazione termica del neonato si è dimostrato essere immediato oltre che efficace. Riscaldare il bambino grazie al calore materno deve essere considerata una procedura di routine per la stabilizzazione del neonato dopo il parto.
Ad oggi, anche se questa pratica rappresenta una modalità semplice di accudimento, dai dati raccolti risulta evidente che viene ancora poco valorizzata.
In questo caso, un percorso di formazione finalizzato a migliorare la collaborazione fra il personale infermieristico della U.O. di Neonatologia e il personale ostetrico della Sala Parto potrebbe garantire un miglioramento della qualità dell’assistenza da questo punto di vista.
Il contatto pelle a pelle dovrebbe essere proposto non appena possibile dopo il parto ed idealmente protratto durante le prime due ore mentre le procedure assistenziali non d’urgenza che riguardano il neonato possono essere tranquillamente posticipate di qualche ora, proprio per non interferire ed interrompere un momento tanto importante per la stabilizzazione neonatale nonché per la promozione del bonding. Come si è visto in precedenza, questa pratica dà un valido contributo alla termoregolazione del neonato evitando le complicanze dell’ipotermia.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 18, Numero 1, anno 2020
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