Rivista Italiana on line "LA CARE"
Il neonato a termine: la trasfusione placentare
ABSTRACT
La riflessione sul momento migliore del taglio del cordone non è di certo recente. Aristotele nella sua Historia Animalium (ca. 369 a.C.), uno dei grandi classici del pensiero filosofico e scientifico occidentale, commentava: “succede spesso che il bambino sembri morto alla nascita quando in realtà è semplicemente debole ma, fintanto che il cordone non è stato legato, il sangue scorre al suo interno.
Le levatrici esperte sanno che schiacciando il cordone e mandando il sangue al bambino esso, che fino a poco prima sembrava esanime, immediatamente torna di nuovo alla vita”.
Nel 1801 Erasmus Darwin, filosofo, medico e naturalista britannico nonché nonno paterno del famoso Charles Darwin, sosteneva che non era bene tagliare il cordone ombelicale troppo presto e raccomandava di farlo solo dopo che il neonato avesse respirato ripetutamente e il cordone avesse cessato di pulsare.
L’approccio antico al clampaggio del cordone è ben rappresentato nelle comunità tribali che credono sia la placenta stessa a dare la vita al feto e al neonato, e così il cordone non viene clampato almeno fino a che non cessa di pulsare o, come nel caso dei nativi della Syria, dopo circa 30 minuti fino a che la forza vitale della placenta non si esaurisce nel nuovo nato.
Attualmente la Federazione Internazionale Ginecologi e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nei loro aggiornamenti delle linee guida sulla prevenzione dell’emorragia post-partum e sulla gestione del terzo stadio non raccomandano più il clampaggio precoce come parte integrante dell’active managment. Entrambi i lavori si riferiscono ai benefici del clampaggio tardivo affermando che il cordone non dovrebbe essere clampato prima del
necessario.
Arturo Giustardi
Neonatologo,Presidente AICIP,
Bressanone
Vincenzo Zanardo
Divisione di Medicina Perinatale
Policlinico Abano Terme
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 20, Numero 1, anno 2021
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