MANAGEMENT DEL RINFORZO DELLA “CARE” MATERNA DURANTE LA DEGENZA IN PATOLOGIA NEONATALE: L’ESPERIENZA ATTIVA DELLA REALTA’ DI ROVERETO (TN)
G.Menna*, C.Polloni*, M.Burbante*, E.L.Marasca*, L.Gobbi*, V.Bortolotti**,M.Agnese*, E.Baldo*
*APSS azienda Provinciale per i Servizi Sanitari provincia autonoma di Trento – Osp. S.Maria del Carmine di Rovereto. Direttore: E.Baldo. ** Università Degli Studi di Verona - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Scuola di Specializzazione Medica in Pediatria.
PREMESSA:
La Strategia globale per l’alimentazione dei neonati e dei bambini è stata elaborata
congiuntamente dall’OMS e dall’UNICEF per riportare l’attenzione del mondo sugli
effetti delle pratiche alimentari sullo stato nutrizionale, la crescita, lo sviluppo, la
salute e – in ultima analisi – sulla sopravvivenza stessa dei neonati e dei bambini.
La strategia si fonda sull’importanza dell’alimentazione dei primi mesi e anni di vita
e sul suo ruolo determinante per raggiungere condizioni di salute ottimali.
Con l’assunzione di latte materno il bambino risulta maggiormente protetto nei
confronti di molte condizioni patologiche e presenta miglior outcome clinico nei
confronti di infezioni gastrointestinali, prime vie respiratorie, SIDS –SUIDS
(definizione 2015 SIN), obesità, diabete, problematiche cardiovascolari, alcuni tipi
di tumore ed infine per le acquisite capacità cognitive e relazionali, con effetti a
lungo termine per la salute pubblica. In particolare, nel prematuro, l’outcome
clinico evolutivo è risultato indubbiamente condizionato da tale condizione di
alimentazione e gestione della stessa.
OBIETTIVI:
Fortificare e consolidare nella nostra realtà Roveretana le indicazioni OMS per gli
ospedali BFH-like, standardizzando il personale medico infermieristico e
consulente, alle direttive internazionali citate, con l’integrazione delle variabili loco
regionali della nostra Patologia Neonatale di secondo livello, che presenta un
target di ricovero in residenza di bambini EG 33+6/36+6, con peso inferiore ai
2.500 gr, ed in back-transport da TIN di terzo livello in fase di allevamento.
Tali condizione prevedono al di fuori della clinica più o meno stabile del neonato,
l’inevitabile necessità di coadiuvare le madri nel difficile lavoro di recuperare
fiducia e autonomia consapevole nella gestione del loro bambino , poichè il
cammino verso il domicilio vede nella nostra stazione, l’ultimo tassello per il
rientro a domicilio.
METODOLOGIA:
la nostra patolologia neonatale fa già parte del gruppo di lavoro
interdisciplinare a promozione della buona pratica
dell’allattamento al seno con percorsi aziendali codificati ed operativi che vedono in reparto la presenza di consulenti formati sull’allattamento, pediatri/neonatologi impegnati nella informazione ed educazione
delle future coppie genitoriali, nonchè nella formazione intraziendale con ,
l’esistenza di un team dedicato all’attività formativa ECM in ospedale, con
partecipazione complementare al percorso BFH che ha visto nel 2014 la titolarità
del nostro centro di riferimento neonatale di Trento al S. Chiara.
L’attività della patologia neonatale di Rovereto viene consolidata quotidianamente
sia in ospedale che sul territorio ove le visite di “discharge” del neonato sono
spesso coadiuvate con la condivisione del percorso medico con il Curante, ma che
che sono solo successive alla verifica della presa in carico consapevole della
diade MADRE – BAMBINO.
Tutto l’aspetto amministrativo viene codificato tramite CEDAP che sempre
adeguatamente compilato è in grado di orientarci sulle prestazioni erogate. Le
attività che ci accingiamo a presentare sono frutto quindi di un percorso codificato
che vede la luce già dal 2014 ( vedi elaborato PREMIO AVENT 2014) che abbiamo
voluto fortificare e questo elaborato è la presentazione di una prima trance di dati
crudi riguardanti la NOSTRA gestione intrareparto di neomamme in degenza
ospedaliera.
RISULTATI:
raccolta dati tramite documento CEDAP dove viene riportato il tipo di
alimentazione del neonato alla dimissione.
Su un totale di 156 ricoveri nell’anno 2015, 18 bambini sono prematuri, di cui 15
dimessi, con latte materno esclusivo al seno con 2 dimessi in alimentazione
artificiale totale, ed uno, figlio di madre HIV positiva, quindi con scelta obbligata
sul latte di formula.
Dei restanti 138 il 93 % ha mantenuto un allattamento al seno esclusivo consolidato
in Reparto o intrapreso in reparto se nato a Rovereto , il restante 7% ha scelto il
latte artificiale per problematiche sanitarie materne, nessuno per scelta
volontaria, con un recupero del 100% dei casi che in primogenitura avevano
allattato con latte formulato (circa 15 casi).
G.Menna*, C.Polloni*, M.Burbante*, E.L.Marasca*, L.Gobbi*, V.Bortolotti**,M.Agnese*, E.Baldo*
Rivista Italiana online "La Care" Vol 6 No 3 anno 2016- pagina 25
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