Il taglio cesareo 'dolce'
Introduzione
L'incremento del ricorso al TC negli ultimi trent’anni ha interessato tutto il mondo occidentale, con notevole variabilità da paese a paese: da un minimo incremento, attestatosi sul 12-14% nei paesi scandinavi, passando per un 20% di Stati Uniti e Canada, fino al 38% dell'Italia.
Essa resta infatti il paese europeo con il più alto ricorso alla pratica, con una percentuale che supera di molto la soglia del 10-15% stabilita dalle Raccomandazioni dell’OMS.
L’aumento del BMI e dell’età delle donne in gravidanza e il ricorso sempre più frequente alle tecniche di procreazione medicalmente assistita si riflettono, nel contempo, su un aumento del tasso di tagli cesarei, soprattutto urgenti. Inoltre la dilagante richiesta materna di taglio cesareo e l’infondato preconcetto che ad un pregresso cesareo debba necessariamente seguirne un altro, hanno contribuito all’aumento del tasso di tale intervento.
L’influenza reciproca tra salute materna e feto-neonatale è particolarmente rilevante nei primi momenti dopo la nascita, quando avviene un grande cambiamento delle condizioni psicofisiche di entrambi in un tempo relativamente breve.
La risposta universale bifasica di protesta e di disperazione che il neonato ha nei confronti della separazione dalla madre, influenza profondamente la regolazione della frequenza cardiaca, della temperatura corporea, delle abitudini del sonno, della secrezione di cortisolo e del sistema immunitario.
Nel nato da taglio cesareo sono più frequenti le difficoltà respiratorie e le tachipnee transitorie, a causa dei più elevati livelli di cortisolo. Inoltre gli alti valori di catecolamine neonatali stimolati dal travaglio fanno sì che la compliance polmonare sia migliore; esse, infatti, inducono il riassorbimento del liquido alveolare e la produzione di surfattante.
Ciò non accade nel nato da TC.
Anche il clampaggio e il taglio del funicolo, che nel parto operativo avvengono in maniera rapida, influenzano radicalmente la respirazione: il cervello è privato brutalmente di ossigeno, così la respirazione nasce come risposta all’aggressione.
Tutto nella mimica del bambino, nell’agitazione frenetica del suo corpo, nel tono delle sue grida, dice il suo panico e i suoi sforzi per sfuggire.
La temperatura è più elevata e si mantiene meglio a livelli fisiologici nel nato da parto spontaneo; inoltre nei nati da TC i livelli glicemici sono mediamente inferiori e la ripresa del peso neonatale avviene in tempi più lunghi.
Il travaglio ha effetti favorevoli sullo sviluppo immunitario del nascituro: nei nati da cesareo abbiamo un ritardo e un’alterazione della colonizzazione batterica intestinale (cruciale per lo sviluppo della tolleranza orale), una diminuzione del numero di neutrofili e delle cellule Natural Killer e una diversa attività fagocitaria.
Il neonato nato da TC manifesta minore iniziativa a livello posturo-motorio e comportamentale, sia per gli effetti dell’anestesia materna, sia per il diverso stato neuroendocrino dovuto alla mancanza del travaglio.
Ciò rende meno attivi i primi contatti con la madre, potendo disturbare i processi del bonding e dell’alimentazione al seno.
Ad un anno dal parto, inoltre, le madri che hanno subito TC d’urgenza manifestano, in media, maggiore incertezza sulle loro capacità di accudire il bambino. Alcuni studi condotti su gruppi sociali mettono in evidenza uno stretto legame tra l’aggressività e la relazione madre-bambino: il grado della prima è direttamente proporzionale alla separazione e alla precocità del distacco.
Così aggressività e violenza regnano sovrane, accompagnate dal disprezzo delle emozioni, dei sentimenti e del colostro. Il bambino rischia dunque di diventare i per/iporeattivo e la relazione con lui difficile.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 14, Numero 1, anno 2019
23