Musicoterapia in Terapia Intensiva Neonatale:
Malgrado la maggior parte delle ricerche si siano finora concentrate sugli effetti immediati o a breve termine, esistono alcune evidenze preliminari e studi multicentrici attualmente in atto che suggeriscono un potenziale impatto della musicoterapia a lungo termine, in particolare nello sviluppo del bambino prematuro e nella relazione genitore-bambino (Ghetti et al., 2019; Haslbeck et al., 2021).
Musicoterapia family-centered in TIN
Nel panorama internazionale la tendenza attuale della musicoterapia in TIN è l’utilizzo di un approccio dal vivo e family-centered in cui il musicoterapeuta, dopo aver valutato i bisogni specifici del bambino e dei suoi genitori, modula la musica e il canto in modo che siano diretti al bambino e adeguati al suo sviluppo. Inoltre, il musicoterapeuta coinvolge i genitori nel processo terapeutico, supportandoli psicologicamente, valorizzando le loro preferenze e abilità musicali, e facilitando l’utilizzo della voce genitoriale nell’interazione musicale con il bambino (Gaden et al., 2021).
Gli obiettivi principali del lavoro di musicoterapia family-centered in TIN con i neonati prematuri e i loro genitori sono quelli di favorire l’autoregolazione e lo sviluppo neurologico e socio-affettivo del bambino, promuovere la salute mentale del genitore, potenziare l’autoefficacia genitoriale e favorire l’attaccamento e la relazione genitore-bambino, facilitando interazioni diadiche positive mediate dalla musica e dal canto genitoriale. Nell’approccio dal vivo e family-centered il principale strumento utilizzato è il canto, solitamente accompagnato da uno strumento armonico. È possibile cantare ninna-nanne, canzoni tratte dal repertorio dei genitori e riadattate in stile di ninna-nanna o usare il canto improvvisato.
Il musicoterapeuta sostiene i genitori anche nella composizione di canti speciali dedicati al bambino. In ogni caso, prima della seduta e durante tutto l’intervento il musicoterapeuta osserva lo stato comportamentale del bambino, per poi modulare il canto sulla base dei suoi segnali vitali e comportamenti (ritmo respiratorio, movimenti degli arti, apertura degli occhi, ritmo della suzione), favorendo in questo modo l’autoregolazione e la stabilizzazione del bambino (Haslbeck & Bassler, 2020).
In un primo momento, gli obiettivi musicoterapici riguardano contenimento e rilassamento e sono mirati a stabilizzare la frequenza cardiaca e respiratoria e la saturazione di ossigeno, attraverso una stimolazione cauta con musica dal vivo scelta in un repertorio di ninna-nanne o di canzoni che hanno un significato positivo per i genitori e che valorizza e rispecchia il loro patrimonio culturale e il ruolo della musica all’interno della famiglia.
Quando il bambino raggiunge una buona stabilità fisiologica, l’intervento musicoterapico si concentra su una stimolazione interattiva per rafforzare la relazione di attaccamento e supportare lo sviluppo dell’autonomia sia dei genitori che del bambino.
Un recente studio clinico randomizzato realizzato in Svizzera (Haslbeck et al., 2020) ha investigato gli effetti della musicoterapia dal vivo e family-centered nel neurosviluppo di 40 bambini prematuri (< 32 s EG). I risultati della risonanza magnetica hanno mostrato che i bambini che avevano partecipato alla musicoterapia avevano una migliore sincronia talamo-corticale e una migliore integrazione funzionale in regioni prefrontali, motorie supplementari e temporali inferiori dell’emisfero sinistro, associate a funzioni motorie e processamento
affettivo ed emozionale.
Rivista Italiana
on line "LA CARE" Volume 22, Numero 3, anno 2021
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