Rivista Italiana online la "Care"
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L'IMPORTANZA DELLO IODIO: in gravidanza e nell’infanzia
A. Eliasova, A.Giustardi, Z. Oleksakova, A.Semjonova, C.Verola

La conseguenza più comune dei disturbi da carenza iodica nell'adulto è il gozzo. Sebbene il gozzo sia l’effetto più frequente, le conseguenze più gravi di tale carenza sono rappresentate dai danni a carico del sistema nervoso centrale e periferico, per il cui sviluppo gli ormoni tiroidei sono essenziali, quindi la carenza di iodio è più temibile nel periodo fetale e neonatale in quanto l'ipotiroidismo in queste fasi può provocare un difetto di sviluppo del sistema nervoso centrale del feto. A seconda della severità, della durata e dell'epoca dell'esposizone alla carenza di iodio durante le 40 settimane di gestazione, la compromissione della funzione della tiroide materno/fetale, possono compromettere lo sviluppo del Sistema nervoso centrale del feto, che esistono in fenotipi eterogenei: dal cretinismo endemico (Ipotiroidismo grave che nel bambino provoca nanismo, ritardo mentale e in alcuni casi sordità e ritardo motorio), forma più severa di compromissione dello sviluppo cerebrale (come l’arresto irreversibile della maturazione dell’encefalo) , ai disordini neurologici minori, caratterizzati da deficit nel linguaggio, dislessia, deficit psico motori, deficit dell'attenzione, iperattività, piccoli tremori . Dato che l'ipotiroidismo congenito rappresenta una delle principali cause di ritardo mentale infantile, tuttavia evitato se la malattia viene riconosciuta e curata precocemente. La disponibilità di una cura efficace, insieme al difficile riconoscimento dei sintomi, che possono infatti non essere evidenti nel periodo neonatale, ribadisce l'importanza di un programma di screening neonatale universale per questa patologia.

Alimentazione della gestante:

OBIETTIVI MAMMA
Copertura dei fabbisogni nutrizionali (proteine, calcio, ferro, folati e acqua)
Controllo dell’incremento ponderale
Prevenzione e gestione degli “effetti collaterali” della gravidanza (nausea, vomito, reflusso esofageo, dispepsia, stipsi, ecc.)
Prevenzione di squilibri metabolici materni (intolleranza glucidica e/o diabete gestazionale, ipertensione gravidica, iperlipidemia, ecc.)

NASCITURO
Prevenzione della salute fetale diminuzione del rischio di:
alterazioni del tubo neurale
basso peso alla nascita

parto pre-termine
mortalità perinatale
malformazioni fetali causate da infezioni alimentari (American Journal of Clinical Nutrition, 2013).

E’ ben noto che l’aria di mare è ricca di iodio, ma questo non è sufficiente per compensare le sue carenze. La principale fonte per l’organismo umano è quella dietetica (Cavelaars AE et al. 2010). Lo contengono alimenti di origine animale quali pesce di mare, uova e latte. Nell’allattamento al seno il neonato beneficia dell’apporto della madre, ma va tenuto conto che la quantità di iodio del latte si riduce nelle fumatrici. In generale, con l’allattamento non è sempre garantita l’assunzione di un’adeguata quantità di iodio da parte del bambino, che trova nel latte materno la sua unica fonte di questa sostanza ( WHO and UNICEF 2014). Inoltre, i ginecologi e i pediatri dovrebbero informare le donne che allattano sui rischi di un'eccessiva esposizione ai nitrati (sostanze rintracciabili nell'acqua del rubinetto di casa) e al tiocianato, sostanza che scaturisce dal processo di combustione delle sigarette. La carenza di iodio aumenta la vulnerabilità ad alcuni inquinanti atmosferici come nitrato, tiocianato, e perclorato ( National Institute of Environmental Health Sciences, 2015).

Per questo, durante la gravidanza e l’allattamento, cioè quando il fabbisogno di iodio aumenta, è importante la supplementazione con specifici integratori. Inoltre un'adeguata concentrazione di iodio nel latte materno è fondamentale per prevedere un stocaggio fisiologico di ormone tiroideio da neonati e per prevenire una compromissione nello sviluppo neurologico nei neonati allattati al seno (Azizi F, Smyth P., 2009).La particolare sensibilità del neonato alla carenza nutrizionale di iodio è dovuta al basso contenuto tiroideo di questo micronutriente a fronte di un elevato turnover intratiroideo dello iodio.

Sono poche le donne in gravidanza che hanno un livello di iodio sufficiente. A sostenerlo sono gli specialisti dell'Unità Operativa di Endocrinologia dell'Azienda Ospedaliera di Padova che hanno da poco pubblicato uno studio su questa tematica sulla rivista europea di endocrinologia Clinical Endocrinology. La ricerca, condotta in stretta collaborazione con i ginecologi del territorio, ha esaminato 322 gestanti di diversa provenienza geografica: 217 Italiane, 62 dell'Est Europa e 43 di origine africana.


 

Rivista Italiana online "La Care" Vol 3 No 1 anno 2015
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