La cosiddetta “educazione assistita al vasino”, in altre parole il toilet training iniziato dai primi mesi di vita, è un argomento poco presente nella letteratura medica. Negli ultimi anni, invece, testate giornalistiche nazionali/ internazionali e programmi radiotelevisivi ne hanno parlato in molte occasioni e siti internet, blog, e social network oggi lo trattano; ecco alcuni esempi: The New York Times, The New York Daily News, Newsweek, The Times, Sunday Telegraph, The Daily Mirror, laRepubblica, Corriere della Sera, Io e il mio bambino, Bimbi Sani e Belli, Donna e Mamma, il Salvagente, IoDonna, Aam Terra Nuova, Dolce Attesa, Neonatologia Trentina, CBS Broadcasting Inc. (USA), Geo&Geo RAI3, Caterpillar, Rete1 - Radio Svizzera. D’altre parte oggi non abbiamo ancora evidenza che l’inizio tardivo dell’educazione al vasino deciso negli anni ’60 da TB Brazelton, sia la scelta più giusta. A questo proposito utile la lettura di Christophersen ER. The case for evidenced-based toilet training. Arch Pediatr Adolesc Med 2003;157:1153–4. Vediamo quindi di analizzare i dati disponibili in letteratura medica, per poter avere una visione più completa su questo metodo, che è attualmente praticato in Cina, India, Africa, America del Sud e America Centrale, ma anche in America del Nord (Stati Uniti e Canada), e in alcuni paesi europei (Inghilterra, Austria, Italia, Olanda, e Germania), Questo metodo sostanzialmente era quello che veniva praticato dalle tutte le generazioni umane (per secoli) precedenti agli anni ’60, quando venne iniziato il cosiddetto “independent toilet training”, o “child oriented approach”5.
Nel 1971, lo psicologo infantile americano Thomas Ball pubblica il caso di 4 fratelli educati al vasino a partire dai primi mesi di vita3. L’articolo si presta a tre considerazioni interessanti. La prima riguarda il completamento dell’educazione al vasino: i bambini lo raggiungono prima ancora di essere in grado di camminare. La seconda riguarda la relazione madre/bambino: la madre assiste i suoi bambini in occasione di scariche o minzioni seguendo i segni/segnali da loro emessi. La madre viene guidata dal bambino, ed i segni/segnali del bambino in occasione di scariche o minzioni vengono rinforzati dall’assistenza offerta dalla madre. La terza riguarda uno di questi 4 fratelli affetto da sindrome di Down: anche questo bambino viene educato al vasino secondo questo metodo ottenendo i medesimi risultati.
Nel 1977, Marten W. deVries, Professor of Social Psychiatry presso l’Universita’ di Maastricht (Olanda) pubblica su Pediatrics7 uno studio osservazionale di una tribù africana
in cui l’educazione al vasino veniva iniziata subito dopo la nascita; l’educazione avveniva sia di giorno che di notte, con il cosiddetto “controllo degli sfinteri” raggiunto a 6 mesi di età. La madre individuava due distinte posizioni per assistere il lattante durante la defecazione e la minzione, a cui associava due diversi tipi di suoni. L’assistenza avveniva sempre in occasione di segni/segnali inviati dal bambino. Secondo l’Autore, il terreno alcalino, i costumi piuttosto semplici di questa popolazione, e l’aiuto che alla madre veniva offerto da parte di altri membri della famiglia (tra cui figlie di poco più di 8 anni di età) assicuravano a questo metodo un certo grado di successo. Si concludeva, pertanto, che non poteva essere proposto per varie ragioni nella nostra società occidentale. E’ da rilevare che è la prima volta che in letteratura viene introdotto il concetto di “relatività culturale” a proposito dell’ educazione la vasino. In particolare, si osserva che gli occidentali iniziano tardivamente questo tipo di educazione non perchè la maturazione neuroanatomica avvenga più tardi rispetto ad altre etnie ma solo perchè, da un punto di vista culturale e sociologico, si preferisce aspettare i due anni d’età (TB Brazelton, comunicazione personale). A questo proposito vorrei ricordare che tra le motivazioni all’inizio tardivo del toilet training vi era l’attesa, ad esempio, del completamento della mielinizzazione dei tratti piramidali 1,5,6.
Nel 1978, lo studio di deVries viene commentato da due lettere che confermavano questa pratica in uso in Giamaica10 ed in India17. Il metodo descritto era analogo.
Nel 1985, il gruppo olandese di Smeets et al26 pubblicano uno studio clinico
controllato prospettico attuato presso l’associazione “Medaglie d’oro” in
Modena. Quattro bambini italiani venivano educati al vasino a partire dal primo
mese di vita. Gli operatori che assistevano i bambini (i genitori ma anche gli
assistenti dei ricercatori), insegnavano ai bambini come raggiungere un vasino
posto ad una distanza visuale sempre maggiore. In particolare,venivano posti
vasini in molte stanze dell’abitazione e venivano rinforzati tutti i tentativi
che i bambini facevano per raggiungere il vasino in occasione di minzioni o
scariche, o i loro segnali premonitori.
Durante il primo anno di vita, gradualmente, i bambini apprendevano l’uso del vasino. In occasione di eventuali “errori” il vasino veniva riavvicinato alla vista del bambino e il procedimento riprendeva. Anche in questo caso l’età media del “controllo sfinteriale” avveniva entro l’anno d’età senza effetti collaterali, e tutti i bambini completavano il programma di educazione al vasino.