Rivista Italiana online la "Care"
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Alimentazione esclusiva di neonati prematuri con latte materno
e donazione alla Banca del Latte Umano Donato (BLUD).
A. Quitadamo
Quest’ultimo dato viene interpretato come frutto della più precoce interruzione dell’accesso venoso centrale e del migliorato stato nutrizionale che si traduce in un ridotto rischio di esposizione ed una maggiore difesa dalle infezioni.
Non ultimo viene indicato che un più aggressivo protocollo di precoce nutrizione enterale e parenterale si associa anche ad un miglior outcome polmonare (17). Ben descritto in letteratura l’effetto protettivo del latte umano sull’incidenza di sepsi e meningiti (41,42). La precoce alimentazione enterale con latte materno in piccole quantità, la cosiddetta MEF, minimal enteral feeding, favorisce significativamente lo sviluppo gastrointestinale promuovendo ed accelerando la maturazione delle funzioni (15a,21,22). Ciò avviene attraverso la stimolazione della secrezione di ormoni fondamentali per il trofismo intestinale che, agendo sulla motilità intestinale, migliora la tolleranza alimentare. Da ciò ne deriva una ridotta necessità di nutrizione parenterale e dunque anche del rischio di colestasi e osteopenia del prematuro, nonché dell’impiego e della durata di accessi venosi centrali con annesso rischio di infezioni e anche della durata della degenza. Ovviamente l’aumentata tolleranza alimentare, con ridotta incidenza di ristagno gastrico, vomito e distensione addominale, favorisce il più rapido raggiungendo del regime alimentare enterale completo. Infatti, anche il timing per il raggiungimento della quota enterale prevalente di latte materno viene ritenuto un elemento importante e alcuni studi riconoscono l’associazione tra l’alimentazione con alte dosi di LM tra i primi 14 e 28 giorni di vita e un basso rischio di eventi avversi nelle TIN (46).
Inoltre altre evidenze suggeriscono che i componenti bioattivi del LM sono capaci di fornire una protezione morbidità-specifica, attraverso diversi meccanismi durante i differenti periodi di esposizione nella degenza in TIN.
L’alimentazione con elevate quantità di LM si associa ad un basso rischio non solo di intolleranza alimentare e NEC ma anche di altre complicanze importanti legate alla prematurità come sepsi late onset, broncodisplasia, retinopatia della prematurità, ritardo neurocognitivo e la riospedalizzazione a 18 e 30 mesi di età  (55-62). L’uso del latte materno per l’alimentazione dei neonati prematuri ha dimostrato altresì un impatto positivo sul benessere e lo sviluppo a lungo termine (2). L’outcome neurologico dei neonati prematuri è migliore in quelli alimentati con LM. Studi a lungo termine evidenziano che il QI, la sostanza bianca e il volume cerebrale totale sono maggiori nei soggetti che hanno ricevuto latte materno in TIN.
I prematuri estremi che hanno ricevuto una maggiore proporzione di latte materno in TIN hanno uno score mentale, motorio e di comportamento valutati a 18 e 30 mesi, significativamente superiore e il dato rimane significativo anche al netto dei fattori confondenti come l’età materna, l’educazione, lo stato civile, la razza e, ancor più importante, le morbidità (14a).
Altri studi (55-62) sullo sviluppo neurologico riportano di significativi effetti positivi dell’alimentazione con latte materno nel periodo neonatale sullo sviluppo motorio e mentale a lungo termine, sul QI e sull’acuità visiva nell’adolescenza.
Peraltro è stata anche dimostrata un’associazione tra la composizione corporea in adolescenza e l’alimentazione con latte materno nelle TIN.
Inoltre questo tipo di alimentazione si associa meno rispetto a quello con formula per prematuri all’incidenza di sindrome metabolica in età adulta.
Del resto si sa che l’approccio nutrizionale dei neonati prematuri deve essere attento e peculiare nelle prime settimane di vita anche per lo sviluppo nelle età successive, perché le loro caratteristiche metaboliche nelle fasi precoci della crescita postnatale possono favorire l’insorgenza di malattie nell’età adulta come obesità, diabete, ipertensione, aterosclerosi.
Per le madri dei prematuri in TIN il latte materno fornisce la maggiore ed unica opportunità di mantenere il contatto anche psicologico con i propri figli (6,29), condizione favorente il coinvolgimento emozionale e l’incoraggiamento alla collaborazione nell’assistenza e inibente lo stress e tutti quei sentimenti negativi che comunemente accompagnano la nascita prematura e fungono da feedback negativo sulla stessa produzione del latte.

Composizione del latte materno a termine e pretermine

Il latte umano viene considerato un sistema dinamico specie specifico nonché un materiale biologico molto più complesso di quanto si riteneva in passato. Nel latte materno sono infatti presenti sì fattori nutrienti che conferiscono numerosi vantaggi sia alla madre che al bambino, ma anche centinaia di altri fattori che agiscono a livello cellulare, tissutale e a tutti i livelli dell’organismo del neonato conferendo, tra l’altro, protezione nei confronti delle infezioni, ma anche in grado di modulare la risposta immunitaria e modificare la flora batterica intestinale (14c,15).
A. Quitadamo
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