Alimentazione esclusiva di neonati prematuri con latte materno
e donazione alla Banca del Latte Umano Donato (BLUD).
A. Quitadamo
Nello specifico14e annoveriamo tra i fattori energetici: ATP, nucleotidi e acidi nucleici (RNA, DNA, cAMP, ADP), coenzimi nei processi metabolici (NAD, CoA), portatori di molecole in reazioni sintetiche (UDP, GDP, CMP), tra i fattori ormonali che hanno un ruolo non solo nell’equilibrio energetico ma anche sul programma metabolico: insulina, steroidi, prolattina, leptina, ghrelina, adiponectina e resistina; tra i fattori di crescita che contribuiscono alla crescita e differenziazione dei tessuti: EGF, NGF, trasforming GF, insulinlikeGF; tra i fattori antinfettivi l’enorme quantità di IgA secretorie e di IgM e fattori come il lisozima, lattoperossidasi, lattoferrina, lipoproteinlipasi, prebiotici, fattore bifido, glicani, oligosaccaridi, acidi grassi liberi, monogliceridi. Il latte materno contiene molti tipi differenti di cellule9 compresi i macrofagi, cellule T e linfociti. Alcune di queste cellule hanno un’attività fagocitica e/o, producono una varietà di citochine come quelle relative alla famiglia TGF beta, implicate nella regolazione dell’infiammazione e della riparazione delle ferite, il fattore di stimolazione GC (granulocyte colony) importante per lo sviluppo intestinale, e le citochine pro infiammatorie come TNF alfa, IL6, IL8, e l’interferone IFN gamma. Mentre il ruolo delle citochine resta ancora da chiarire completamente, si pensa possano essere coinvolti nel reclutamento dei neutrofili e nel miglioramento dello sviluppo intestinale
(54).
Le sostanze con attività immunomodulante proteggono da malattie più tardive correlate all’immunità come il diabete tipo 1, la celiachia, le malattie infiammatorie intestinali e il cancro.
Peraltro nel latte materno c’è una popolazione di cellule staminali multipotenti il cui ritrovamento risale a più di sette anni fa e che possono proliferare in risposta a stimoli immunologici e contribuire allo sviluppo dei tessuti e all’organogenesi, ma che sembrano mostrare una minore capacità di divisione illimitata rispetto alle cellule staminali embrionali. In ultimo la genomica sta fornendo utili indicazioni circa la lattogenesi, partendo ad esempio dal dato che i geni preposti alla sintesi delle proteine del latte sono in grado di indurre modifiche che comportano vantaggi protettivi per il lattante
(48).
Per queste caratteristiche di composizione il latte materno è ben tollerato e facilmente digeribile, peraltro contiene enzimi come i sali biliari che stimolano la lipasi migliorando l’assorbimento dei grassi. Inoltre il latte materno gioca un ruolo importante nel raggiungimento di un valido microbioma.
La composizione del latte umano pretermine differisce da quello a termine (53,54). Le ragioni di queste differenze non sono note, ma tipicamente il latte pretermine ha un’alta concentrazione di proteine, IgA secretorie e lipidi. Il livello di proteine nel latte pretermine è stato documentato essere del 15-20% maggiore rispetto a quello a termine, senza particolari differenze nel contenuto individuale delle proteine
(4) e la composizione aminoacidica è più vicina alle necessità metaboliche di un neonato in via di sviluppo come è il pretermine. EGF e il livello di IgA sono maggiori
(5), mentre quelli di leptina sono bassi. Teniamo conto che le sIgA garantiscono la protezione immunitaria attraverso la formazione degli anticorpi specifici nei confronti dei patogeni a cui sono esposti la madre e il bambino.
Considerando la fragilità e l’immaturità dei VLBW e la loro significativa predisposizione alle infezioni, la disponibilità di un’extra protezione fornita dal latte materno è essenziale per il loro benessere. I lipidi totali ed il contenuto calorico sono del 20-30% superiori nel latte pretermine che contiene una maggiore proporzione di acidi grassi polinsaturi a media e lunga catena. LCPUFA omega 3, il DHA e gli omega 6 presenti nel LM sono molto importanti per migliorare la funzione visiva e nervosa attraverso la captazione da parte delle membrane retiniche e cerebrali.
Le
formule supplementate di DHA e AA hanno mostrato un migliorato sviluppo visivo e cognitivo con effetti anche sulla crescita e sviluppo rispetto alle formule standard.
Il latte materno fornisce oltre ai macronutrienti anche i micronutrienti come le vitamine e i minerali la cui concentrazione dipende dalla dieta materna ma è fondamentale che il livello di tiamina, riboflavina, vitamina B6 e B12, vitamina A, ferro e iodio sono adeguati
(11). Il dato sorprendente è la più alta concentrazione di oligosaccaridi (36) nel latte pretermine rispetto a quello a termine, importante risorsa naturale di prebiotici capaci di stimolare lo sviluppo di un sano microbioma intestinale, che potrebbe rappresentare un programmato adattamento della composizione del latte alle specifiche necessità dei neonati e mette ulteriormente in risalto il ruolo del latte materno nei prematuri.
Nella difesa dagli agenti patogeni va aggiunta la presenza dei glicosaminoglicani (GAG), sostanze ad azione antiossidante ed antinfiammatoria poiché interagiscono con i patogeni e competono con loro nell’adesione alla parete intestinale, comportandosi come recettori solubili.
A. Quitadamo
Rivista Italiana online "La Care" Vol 7 No 1 anno 2017- pagina 21
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