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Verso l’infinito e oltre!
Come l’allattamento al seno ci protegge per tutta la vita!
Quali sono i benefici a lungo temine dell’allattamento al seno? Si esauriscono solo durante l’infanzia o ci accompagnano e ci proteggono per tutta la vita?
Sicuramente l’UNICEF afferma che “l’allattamento al seno è il primo vaccino per il bambino” in grado di fornire una protezione globale e di porre le basi per la sua salute futura. Ma come possiamo spiegare ciò?
Sicuramente un notevole contribuito è stato dato dallo studio del microbioma umano, dalla psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) e dall’epigenetica, branche delle neuroscienze, che analizzano l’individuo nella sua globalità e in rapporto a tutte le interazioni con il mondo esterno. Da questo si evince come un individuo, lungo tutta la propria vita, risente dell’imprinting ricevuto nella fase primale e dell’influenza degli stimoli provenienti dal contesto in cui vive. A partire da un pensiero vengono prodotti ormoni e neurotrasmettitori in grado di promuovere dei cambiamenti nell’organismo. Inoltre gli stili di vita e lo stress indirizzano i geni nella loro attivazione o inattivazione, attraverso processi di metilazione che mutano l’espressione genica. Questi 2 concetti trovano applicazione anche per quello che concerne l’allattamento al seno, dato che esso è costituito da 3 dimensioni: bio-psico-sociale. In quanto l’allattamento al seno ha:
1) Una funzione biologica che permette alla madre di ridurre il rischio di osteoporosi, tumore mammario ed ovarico e l’insorgenza del diabete di tipo II e al bambino di crescere, di sviluppare il proprio sistema nervoso e immunitario, di favorire la maturazione delle cellule intestinali e del proprio microbioma e di ridurre la probabilità di soffrire di obesità e il rischio di insorgenza del diabete mellito e di allergie e/o problemi respiratori;
2) un ruolo psicologico, incentivando la creazione del legame madre-bambino, migliorando il senso di sicurezza e le capacità intellettive, comunicative ed emotive del neonato e prevenendo l’istaurarsi di una eventuale depressione post-partum nella madre;
3) una componente sociale, in quanto l’allattamento assume diversi valori a seconda della cultura di appartenenza e sicuramente vedere altre donne che allattano fissa nelle menti tale pratica al fine di usarla a proprio tempo.

Per cui se dovessimo eleggere l'alimento che più di tutti ha proprietà uniche, in grado di garantirci un benessere psicofisico duraturo, sicuramente potremmo rintracciarlo nel latte materno. Infatti la composizione del latte materno è dinamica e si adatta alle continue e diverse esigenze del neonato. Basta pensare ai cambiamenti della composizione che avvengono dal passaggio dal colostro alla montata lattea. Ma anche all'interno della stessa poppata possiamo distinguere un primo latte dal colore quasi trasparente più ricco in zuccheri, da un secondo latte maturo bianco, più corposo e più ricco in lipidi e proteine. Ciò indica che le proprietà del latte materno sono in risposta alle esigenze del neonato.
A conferma di ciò gli studi di Hassiotou nel 2013 hanno dimostrato che nei periodi di maggiore necessità immunologica, sia per la madre che per il bambino, si registra un aumento della componente leucocitaria e quindi della risposta immunitaria del latte materno fino al recupero dall'eventuale infezione. Questo grazie alle diverse componenti del latte materno che mettono in comunicazione i sistemi PNEI della madre con quelli del bambino.
Tra i macronutrienti ricordiamo: gli zuccheri, i lipidi, le proteine, gli enzimi, gli ormoni, le cellule immunitarie, le vitamine, i minerali ed un proprio microbioma. In particolar modo in prima giornata la madre secerne il colostro che è particolarmente ricco in proteine come le immunoglobuline, il lisozima e la lattoferrina, mentre intorno alla quinta giornata il contenuto del colostro inizia a modificarsi, aumentando il contenuto dei lipidi e di altre sostanze quali caseina, glucosio, potassio, calcio, fosfato e citrato, mentre diminuisce la produzione di proteine, perchè il tasso di crescita postnatale degli esseri umani è più lento rispetto agli altri mammiferi.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 11, Numero 1-2, anno 2018
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