Neonato prematuro:
kangaroo care e importanza dell’allattamento al seno
PRESIDI PER ALLATTAMENTO: LUCI ED OMBRE
Esistono in commercio dispositivi e presidi per agevolare e/o ovviare alle difficoltà
nell’allattamento.
Cucchiaino o tazzina o paladai: originario dell’India, è usato in Asia per i prematuri,
permette di nutrire direttamente il neonato che non ha la forza o che comunque non riesce
ad attaccarsi al seno. È un metodo innaturale perché non stimola la suzione, il neonato
ingoia aria e non ha il controllo diretto del latte assunto, ma si limita a deglutire.
Paracapezzoli: permettono di ovviare alla sproporzione bocca-grandezza del capezzolo o
quando questo è poco sporgente o introflesso. Nei neonati a termine è stato provato che
succhiano di meno inibendo il riflesso della ossitocina-prolattina (barriera fisica troppo
spessa), limita quindi la fuoriuscita del latte, la superficie liscia e sfuggente scarica la già
scarsa forza di suzione del neonato, in più la presenza di spazio morto
diminuisce la forza della suzione; inoltre è molto importante scegliere (ove presente) la misura adatta al
proprio capezzolo e non più grande. Molto utili per i prematuri sono i paracapezzoli dotati di fessura anziché forellini; posizionando in modo che questa sia in verticale, si facilita la
fuoriuscita del latte.
Pompette a ventosa azionate manualmente per stimolare la fuoriuscita del capezzolo, se
poco sporgente; aiutano il neonato ad attaccarsi più facilmente.
Sistema DAS: si tratta di una bottiglietta in morbido pvc che, riempita
di LM si sospende, capovolta, al collo della mamma in modo che sia posizionata
tra i seni; dal tappo, in basso, fuoriescono due tubicini che vanno fissati con
cerotto in modo che l’estremità sporga di 0,5/1cm a contatto con il capezzolo. I
tubicini sono disponibili in 3 diversi calibri; alzando e abbassando la
bottiglietta si regola la quantità di latte che fuoriesce accanto al capezzolo.
Può essere di aiuto nella fase di transizione tra le prime prove e
l’allattamento completo al seno; il neonato assaggia il LM, lo mette in
relazione con il capezzolo e viene incoraggiata
sia la ricerca che la suzione.
E’ un presidio utile ma non di facile utilizzo; va “imparato” ad usare ed è poco
adatto a mamme insicure, ansiose e poco dotate di pazienza e costanza. Va fatta
la scelta appropriata del calibro dei tubicini: con un capezzolo grande usarne
uno di grosso calibro può essere di intralcio anziché di aiuto; quelli di più
piccolo calibro interferiscono di meno, ma possono richiedere una leggera
spremitura della bottiglia da parte della mamma per far fuoriuscire il latte:
sollevarla un po’ può non bastare. Richiede un’attenzione costante da parte
della madre. Sia la madre che il bambino hanno un controllo solo parziale sulla
fuoriuscita del latte, controllo che comunque è maggiormente nelle mani della
madre e non del bambino; la madre deve quindi imparare a coordinarsi con i
movimenti e la suzione del figlio e a dosare la pressione di fuoriuscita del
latte. Tutto ciò può richiedere più di un tentativo, necessita di supporto
teorico-pratico e di guida al riconoscimento dei segnali del neonato. Senza
questi accorgimenti si può rischiare il fallimento e la rinuncia da parte della
madre all’uso di un presidio altrimenti utile in fase precoce di allattamento.
DATI SULL' ALLATTAMENTO DAL 1 GENNAIO AL 15 MARZO 2018
Abbiamo ovviamente usato gli stessi criteri adottati per lo studio del 2017.
Escluse anche le madri dei neonati dimessi nel 2018 ma nati nel 2017.
Alla data del 15 marzo risultavano 31 neonati di E.G. inferiore o uguale a 34 settimane, di cui 4 coppie di gemelli e un trigemellare, per un totale di 25 madri.
Di queste 25: 1 non ha latte nei primi 19 giorni dal parto (4%);
Delle restanti 24, alla dimissione del figlio/i:
• 19 hanno latte per oltre tra l'80 e il 100% del fabbisogno del figlio/i,
• 5 ne hanno tra il 40 e il 60%
• Tutte e 24 le madri avevano allattato, anche se parzialmente, al seno (100% e 96% sul
totale delle 25 madri)
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 11, Numero 1-2, anno 2018
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