L’allattamento nelle madri HIV positive
EPIDEMIOLOGIA DEL VIRUS HIV (Dati 2016)
Nel 2016 le persone affette da HIV nel mondo sono state stimate 36,7 milioni di cui le nuove infezioni circa 1,8 milioni. Le donne sono 17,8 milioni mentre i bambini con un età inferiore ai quindici anni sono 2,1 milioni. Inoltre 19,1 milioni di persone risultano essere in terapia con farmaci antiretrovirali. (1)
Il 70,38% della popolazione HIV positiva si trova nel continente africano, in particolare nell’Africa orientale e meridionale, in cui il numero di persone in trattamento è più che raddoppiato dal 2010, raggiungendo quasi 10,3 milioni di persone. Le morti per AIDS o complicanze associate ad esso sono diminuite del 36% dal 2010.(2) In Italia nel 2015 sono state segnalate 3.444 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a un’incidenza di 5,7 nuovi casi di infezione ogni 100 mila residenti, collocandosi al 13° posto in termini di incidenza delle nuove diagnosi tra i paesi dell’Unione Europea.(3)
La trentunesima relazione semestrale del “Progetto Nazionale per la Sorveglianza sul Trattamento Antiretrovirale in Gravidanza”, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, fornisce dati demografici, ormai relativi ad oltre 3.000 segnalazioni, che confermano le caratteristiche generali delle donne arruolate già identificate nei semestri passati. La sorveglianza sui casi di trasmissione verticale ha evidenziato un nuovo caso nell’ultimo semestre, per un totale complessivo di venticinque casi segnalati dall’avvio della sorveglianza (tasso di trasmissione: 1,3%). I casi di trasmissione verticale possiedono alcuni elementi in comune, quali: diagnosi tardiva, trattamento antiretrovirale incompleto o tardivo, presenza di ceppi resistenti e sviluppo di infezione primaria in gravidanza. (4)
La suddetta situazione indica la necessità di una più diffusa applicazione del test HIV alle donne in età fertile e a quelle in gravidanza, nonché l’esigenza di assicurare alle donne con infezione da HIV già nota ed ai loro neonati un’ adeguata assistenza.
L’obiettivo esposto dall’OMS e dall’United Nations Programme on HIV-AIDS (UNAIDS) è quello di risolvere l’epidemia di AIDS entro l’anno 2030,
proponendosi di realizzare gli obiettivi formulati dal progetto stesso 90-90-90, il quale prevede che:
- Il 90% dei soggetti HIV positivi siano a conoscenza della loro sieropositività,
- Il 90% dei soggetti HIV positivi siano in terapia con farmaci antiretrovirali,
- Il 90% dei soggetti HIV positivi in terapia antiretrovirale abbiano una viremia nulla. (5)
MODALITA’ DI TRASMISSIONE DEL VIRUS HIV
La trasmissione dell'infezione da HIV può avvenire secondo due principali modalità, la trasmissione orizzontale (a sua volta suddivisa in trasmissione parenterale e trasmissione sessuale) e la trasmissione verticale da madre a figlio che può verificarsi in tre diversi momenti, durante la gravidanza (15-20% dei casi), al momento del parto (50-80% dei casi) o nel postpartum attraverso l’allattamento (10-14% dei casi).(6)
L’allattamento al seno è fortemente sconsigliato nei paesi industrializzati per prevenire il rischio di trasmissione post natale e di “late postnatal transmission”, la cui diagnosi avviene quando il neonato risulta essere PCR negativo a 3 o 6 mesi di età, ma presenta una sierologia positiva nei controlli seguenti a 9 e 15 mesi. Tuttavia risulta essere problematico estendere questo tipo di intervento nei paesi in via di sviluppo dove il rischio di mortalità per i neonati non allattati al seno è così alto che si preferisce affrontare quello, quantitativamente minore, dell’infezione trasmessa con il latte materno. (7)(8)
Molteplici studi hanno indicato un aumento del tasso di trasmissione tra le donne con elevati cariche virali e/o una bassa conta dei linfociti T CD4+, in particolare con una conta di cellule CD4 inferiore a 200 unità/mm3 il rischio di trasmissione è pari a 33,7%.(9)
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 12, Numero 3, anno 2018
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