Maternity Blues, le lacrime del latte
La lettura di questi risultati, se visti tutti insieme, suggerisce come le donne con più alti punteggi relativi alla Maternity Blues possano essere rappresentanti di un sottogruppo distinto di donne che nel post-partum possano poi sviluppare un maggior rischio di sintomatologia depressiva.
La relazione tra la Maernity Blues e la sintomatologia depressiva perinatale è tuttavia molto complessa e ad oggi non completamente compresa (Henshaw et al., 2004). E’ forse bidirezionale: la sintomatologia depressiva gestazionale e l'ansia potrebbero causare e/o contribuire la comparsa della Maternity Blues così come l'umore peripartale potrebbe contribuire alla presentazione di sintomatologia depressiva (Tuohy & McVey, 2008). Questa relazione è anche direttamente collegata al puerperio, un periodo durante il quale problemi psicologici precedentemente dormienti come le paure per i cambiamenti fisici, per il nuovo adattamento di ruolo sociale e familiare, così come lo stress psicosociale o le paure inerenti alle nuove abilità e abitudini richieste dalla maternità, emergono, risultando anche di grande impatto sulla psicologia della donna, ma anche sulla stabilità della famiglia e sul benessere e lo sviluppo del bambino (Takahashi &Tamakoshi, 2014; Zanardo et al.,2017).
Sia nella pratica clinica che per scopi di ricerca, gli item positivi su scala MBS vengono solitamente ricodificati. Questo è importante da sottolineare, perché è invece da tempo riconosciuto che, a parte i tipici momenti di pianto, sensazione di tensione e irritabilità, il concetto di Blues include anche bruschi cambiamenti di umore dal basso verso l’alto: da un momento di tristezza, sconforto o irritabilità senza motivo la donna si sente poi euforica, felice o "mentalmente rilassata" (O'Hara & McCabe, 2013). Questa sindrome parafisiologica quindi, costituisce dal punto di vista psicologico il momento in cui inizia il “lavoro della maternità” e se ne decide in parte la sua elaborazione pscichica.
Nei primi giorni dopo il parto, infatti, l’orientamento affettivo della donna può essere molto mutevole, l’incertezza sulle proprie capacità materne è ben presente, accompagnata dalle angosce e dalle ansie di separazione che nel primo periodo vengono vissute dalle neomamme molto intensamente.
Tenendo conto dell’importanza del periodo dal punto di vista psicologico e della correlazione esistente tra Maternity Blues e sintomi depressivi, sarebbe importante divenisse prassi generale ospedaliera e clinica, somministrare screening in pre-dimissione a tutte le puerpere, ma anche durante il periodo gravidico per prevenire ed individuare le prime deflessioni così come i primi cambiamenti timici.
A favore di questo, lo studio dei ricercatori di Abano dimostra come l'MBS riesca a rilevare un disagio psicologico intorno al parto, rendendolo utile per la predizione del dolore psico-emotivo postpartale e indicando come questo meccanismo sia coinvolto nella comparsa dei sintomi tipici della depressione postnatale, quali l’anedonia, l’ansia e la depressione.
Sappiamo anche che, come il Leader del gruppo di ricerca del Policlinico di Abano condivide con gli addetti ai lavori (Zanardo et al., IN PRESS), è bene imparare a guardare gli occhi di una mamma e capirne le espressioni, così come le lacrime.
Nel post partum infatti sono spesso le lacrime del latte quelle condivise con il personale ospedaliero, e questo apre un nuovo importante e stimolante capitolo, per quanto riguarda la psicologia e l’emotività dell’allattamento, su cui ancora tanto c’è da impegnarsi e tanto c’è da scoprire.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 13, Numero 4, anno 2018
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