Alimentazione nella prima infanzia
Fisiologia dell’alimentazione nel primo anno di vita. La letteratura scientifica mostra chiaramente che già dall'età di 4 mesi i bambini sono in grado di digerire qualsiasi alimento e di metabolizzarlo senza alcun particolare sovraccarico renale e che la maturazione digestiva inoltre viene stimolata dal cibo ingerito. L'ora del pasto rappresenta per il lattante un momento particolarmente delicato, non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche per l'accrescimento psicofisico .Con il termine divezzamento (più propriamente avvio dell’alimentazione complementare) si intende il passaggio da un’alimentazione esclusivamente lattea ad un’alimentazione semi-solida e poi solida, caratterizzata dalla progressiva introduzione dei cosiddetti “alimenti complementari”, cioè alimenti diversi dal latte. Questo passaggio deve avvenire nel momento in cui le richieste nutrizionali del lattante aumentano, soprattutto per quanto riguarda l’apporto di energia, proteine, ferro, zinco e vitamine. Non esiste un momento preciso e uguale per tutti i lattanti in cui iniziare il divezzamento: il timing adatto per l’introduzione dei primi cibi diversi dal latte dipende da numerose variabili individuali, tra cui le specifiche esigenze nutrizionali, lo sviluppo neurofisiologico e anatomo-funzionale, la crescita staturo-ponderale, il rapporto mamma-bambino, le esigenze specifiche della mamma e il contesto socio-culturale. Sebbene il timing del divezzamento sia individuale, si cerca comunque di identificare approcci condivisi a livello della popolazione generale, rappresentata dai lattanti nati a termine, normopeso e in buona salute.
Ma, per potere essere in grado di nutrirsi di cibi solidi,questo non basta; è necessaria anche la presenza contemporanea di competenze neuromotorie, quali il controllo del tronco, una manualità che permetta al bambino di portare correttamente il cibo alla bocca o la capacità di assumere cibo da una posata, di gestirlo con sicurezza in bocca e deglutirlo senza rischi.
Questa concomitanza si realizza solo attorno ai 6 mesi, che diventano perciò il periodo in cui più probabilmente un bambino sarà in grado di iniziare l’esperienza dell’alimentazione complementare.
I diversi Organismi e Società scientifiche internazionali si esprimono in modo abbastanza concorde sul momento di inizio del divezzamento ( 2016):
1. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda l’allattamento al seno esclusivo per i primi 6 mesi di vita (OMS, 2008) come pratica di salute pubblica per tutta la popolazione mondiale per raggiungere crescita e sviluppo ottimali e, conseguentemente, l’introduzione di alimenti diversi dal latte solo dopo i 6 mesi
2. L’European Food Safety Authority (EFSA) ritiene che il latte materno sia sufficiente a soddisfare le esigenze nutrizionali nella maggior parte dei lattanti sino ai 6 mesi. Solo una percentuale inferiore di lattanti richiede un divezzamento più precoce per garantire una crescita e uno sviluppo ottimali. Laddove non sia possibile attendere i 6 mesi, il divezzamento non dovrebbe avvenire prima della 17^ settimana e comunque non oltre la 26^
3. La European Society for Pediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition (ESPGHAN) considera l’allattamento esclusivo al seno un obiettivo desiderabile fino ai primi 6 mesi circa. In ogni caso, anche secondo l’ESPGHAN il divezzamento non dovrebbe essere avviato né prima della 17^ settimana di vita, né oltre la 26^
4. L’American Academy of Pediatrics raccomanda l’introduzione di “alimenti complementari” non prima dei 4 mesi compiuti e indica comunque di proseguire l’allattamento al seno esclusivo fino ai 6 mesi
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 13, Numero 4, anno 2018
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