Il taglio cesareo 'dolce'
Sarà suo compito fondamentale eseguire controlli costanti del suo stato, che
includano colorito, frequenza e ampiezza degli atti respiratori, saturazione,
temperatura e status generale. In caso di necessità informerà tempestivamente
l’equipe neonatologica.
L’ostetrica strumentista, invece, avrà il compito di garantire il mantenimento
della sterilità e della pulizia del campo operatorio nel corso di tutto
l’intervento.
Nei casi in cui non fosse possibile un contatto immediato,o comunque in occasione di qualunque tipologia di parto operativo, la separazione fra madre e neonato impedirebbe inevitabilmente un bonding precoce.
Come tutti i mammiferi, anche il cucciolo d’uomo manifesta reazioni di stress quando viene allontanato dalla madre, soprattutto nelle prime ore dopo il parto.
Un pianto troppo lungo e insistente può compromettere la funzione polmonare, aumentare la pressione intracranica, ritardare la chiusura del forame ovale e aumentare il rilascio di ormoni dello stress.
Tutti questi processi sono alla base degli effetti che la separazione precoce comporta sull’adattamento neonatale. Soprattutto nei casi in cui non è stato possibile il contatto immediato della diade, è possibile ricreare una situazione di intimità, comunicazione e complicità, favorendo il re-bonding grazie al proseguimento del contatto “pelle-a-pelle” (marsupioterapia), al contatto visivo, al massaggio neonatale, all’allattamento al seno e al rooming in.
È stato condotto uno studio di tipo osservazionale analitico caso-controllo riguardo l’esperienza del taglio cesareo su due diversi campionamenti di mamme. A tal fine, è stato loro somministrato un questionario anonimo che punta ad individuare gli outcome fisici e psichici materno-neonatali e il grado di soddisfazione nei confronti delle modalità di svolgimento dell’intervento.
L’Ospedale che ha partecipato allo studio è l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, dove sono stati distribuiti 20 questionari a donne in prima, seconda o terza giornata post-operatoria.
Di queste, una metà era stata sottoposta alla procedura standard, mentre l’altra a parte di quella in studio.
I questionari sono composti da 20 domande, di cui 15 chiuse e 5 aperte. La loro somministrazione e relativa raccolta è stata effettuata da Aprile a Luglio 2018. Successivamente si è proceduto all’analisi e all’inserimento dei dati su un supporto informatico per poterne individuare e analizzare gli esiti.
Alla luce di una ricerca volta a valorizzare la lotta e il traguardo di chi dona e riceve la vita, si è reso necessario ripercorrere le tappe della nascita per via cesarea, analizzando i risvolti fisici e psichici che tale intervento ha sulla triade.
Il cesareo dolce si inserisce proprio in questo contesto, nel tentativo di mimare il più possibile lo scenario del parto vaginale, mettendo “in pausa” la nascita e favorendo la naturalità degli eventi.
E’ stato constatato, attraverso l’analisi di numerosi trial, che effettuare correttamente la pratica non compromette in alcun modo la sterilità del campo operatorio.
E’ stato approfondito uno ad uno in tutti i suoi innumerevoli benefici; e percepito la soddisfazione e l’emozione delle coppie che hanno potuto sottoporvisi, osservando i loro sguardi e leggendo le loro parole.
Il parto cesareo Incentrato sulla Famiglia non deve, ovviamente, essere promosso come modalità naturale di parto, poiché rimane pur sempre un intervento chirurgico. Deve piuttosto rappresentare, laddove vi sia una chiara e giustificata indicazione all’intervento, un cambio di prospettiva radicale nel pieno benessere psico-fisico della coppia e del neonato.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 14, Numero 1, anno 2019
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