Studi sul Bonding
La gravidanza, come sappiamo, è un momento molto particolare nella vita di una donna. E’ chiaro in letteratura che la relazione tra una madre e il suo bambino inizia ben prima della nascita ed influenza la qualità della relazione post natale. Freud affermava intorno al 1925 che “c’è molta più continuità fra la vita intrauterina e la primissima infanzia di quanto l’impressionante cesura dell’atto della nascita ci lascerebbe supporre”. Quello dell’ ”attaccamento prenatale” è un costrutto elaborato negli anni 80 proprio per definire quel particolare legame di attaccamento che i genitori sviluppano con il proprio bambino durante e dopo la gravidanza. Si tratta di un legame fatto di aspettative e immaginazione rispetto a
come il bambino sarà, a quali saranno le sue caratteristiche di personalità, a chi assomiglierà a come ci si dovrà nel prendersi cura di lui.
La teoria dell’attaccamento prenatale ha come oggetto di studio la qualità del coinvolgimento affettivo che i genitori sviluppano verso il bambino che aspettano, investimento che nasce e si evolve durante la gravidanza. A partire dagli anni 70 nascono studi scientifici che indagano la qualità e la quantità di immaginazioni, idee, rappresentazioni che ogni mamma sviluppa nei confronti del bambino che aspetta.
Alcuni studi, ad esempio, hanno dimostrato che alla trentaseiesima settimana le mamme hanno in mente già un’idea di come il loro bambino sarà, quale sarà il suo carattere, quali pregi e quali difetti; tale idea deriva dalle proprie
emozioni, sensazioni e dal significato che le mamme ricevono dai movimenti fetali. Altre ricerche mettono in evidenza come a partire dal secondo trimestre di gravidanza le donne abbiano una rappresentazione chiara del bambino che cresce in loro, comunichino con lui, si tocchino la pancia alla ricerca di quella “sintonizzazione affettiva” che Winnicott
definisce “preoccupazione materna primaria” (Winnicott, 1958).
Questa particolare forma di affettività, che i genitori sviluppano verso il bambino in pancia, si consolida durante il periodo della gravidanza e getta le basi per il rapporto futuro. La ricerca scientifica infatti suggerisce che nella maggior parte dei casi, la qualità del legame tra genitori e figli sia in relazione con la qualità del legame che si stabilisce prima che il bambino nasca. Analizzare e conoscere l’attaccamento prenatale tra genitori e feto è oggi possibile anche grazie all’applicazione di nuovi strumenti di indagine che hanno verificato come il feto non sia assolutamente un essere isolato dal resto del mondo, infatti, nel secondo e terzo trimestre della gravidanza, gli organi di senso e i centri cerebrali si siano già costituiti e sono funzionali e attivi. L’organo di senso che si sviluppa per primo è il tatto, che per il feto, è il il primo e importante mezzo per poter entrare in contatto con l’utero e quindi con la madre.
E’ dimostrato infatti che il feto sia in grado di percepire se qualcuno o qualcosa tocca la pancia della madre e possa reagire a seconda che la stimolazione sia gradevole o meno.
“In qualche maniera, dunque, il feto riesce già a distinguere una “mano amorevole” da una sgradevole ed è per questo che si raccomanda alle mamme e ai papà di mantenere il contatto con il pancione durante tutto il corso della gravidanza.”
Inoltre, la ricerca scientifica ha dimostrato che, già in una fase precoce della gestazione, il feto è in grado di percepire gli odori e i sapori , sarà queste capacità che, una volta nato, lo guiderà istintivamente a preferire e ricercare l’odore della madre.
Anche l’esposizione intrauterina ai suoni è importantissima, perché la voce materna che il feto sente per tutta la gravidanza, può incoraggiare l’attaccamento del bambino appena nato alla persona che è la sua principale fonte di vita.
Per questo motivo è solitamente consigliato ai genitori di parlare al feto utilizzando un linguaggio semplice e affettuoso, il quale, è stato dimostrato, favorisce lo sviluppo dell’udito, la memorizzazione del linguaggio e accresce lo stato di sicurezza e protezione.
Rivista Italiana
on line "LA CARE" Volume 15, Numero 2, anno 2019
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