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Il ruolo dell’ostetrica nell’assistenza alle donne vittime di violenza
L’ episodio violento spesso non è isolato, ma si tratta quasi sempre di aggressioni multiple che si susseguono nel tempo; inizialmente incentrato su pressioni di tipo fisico, gli atti si trasformano o si accompagnano ad aggressioni psicologiche e sessuali, arrivando, talvolta all’omicidio. Quando l’abuso si ripete più volte nella stessa relazione si parla di maltrattamento.
Nonostante il problema sia diffuso a livello mondiale, si riscontrano in alcuni paesi tassi più elevati di incidenza e mortalità. Nei paesi Orientali, ad esempio, il concetto di purezza sessuale è uno degli “alibi” più utilizzati per l’uccisione delle donne, ritenute colpevoli di disonore alla famiglia in caso di rapporti sessuali al di fuori del matrimonio o stupri. In altre società più tradizionali picchiare la donna è considerato un diritto dell’uomo.
È proprio la visione tradizionale dei ruoli di genere (uomo capofamiglia, donnasi occupa della casa e dei figli) alla base di alcune culture, che viene confusa come una giustificazione alla violenza. Sono stati individuati alcuni contesti, in paesi poco sviluppati (Bangladesh, Tanzania, Zimbabwe, Messico, Nigeria) in cui la violenza ha un più alto rischio di manifestarsi, tra questi: disobbedire al marito, rispondere a tono, non preparare il pasto al momento giusto, non occuparsi in modo sufficiente dei figli e della casa, fare domande relative a soldi o amanti, recarsi da qualche parte senza l’autorizzazione del marito, rifiutare le richieste sessuali, essere sospettata di infedeltà.

Un dato raccapricciante è la concezione delle donne di tali paesi che giustificano i partner di tali gesti, riconoscendosi colpevoli in base a convinzioni popolari secondo cui esistano cause giuste e cause sbagliate per esercitare la violenza.

Le differenze risiedono anche nel grado di sviluppo di un paese, è stato visto infatti che nei paesi industrializzati si possono delineare due macro modelli di violenza:
- Una forma progressiva caratterizzata da molteplici forme di abuso, terrore, minacce, atteggiamento possessivo e di controllo (maltrattamento);
- Una forma più moderata in cui frustrazione e rabbia continue sfociano occasionalmente in aggressione fisica (violenza della coppia normale).

Tra i fattori individuali risaltano sicuramente le difficili condizioni economiche, infatti un più elevato tasso di eventi violenti si registra per quelle coppie con basso reddito e basso livello di scolarità. Tali variabili influiscono anche sull’età di insorgenza della violenza, infatti è inversamente proporzionale il rapporto tra reddito/livello di istruzione e l’età dell’aggressore, delineando anche l’età giovanile tra i fattori di rischio. Ma non è soltanto la giovane età dell’aggressore ad aumentare i tassi: è stata registrata anche la giovane età della vittima tra i fattori di rischio, molto probabilmente correlata alla violenza all’interno di scuole, al traffico delle donne per lo sfruttamento sessuale. Inoltre, la povertà spinge le donne a cercare occupazioni più pericolose pur di guadagnare, esponendosi soprattutto alla prostituzione e alla corruzione.

Figura 1: Fattori Individuali


Figura 2: Fattori Relazionali


Figura 3: Fattori relativi alla collettività

Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 15, Numero 2, anno 2019
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