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Il Babywearing: la riscoperta di una pratica antica
I ricercatori concludono che la fasciatura provoca sì un sonno più prolungato, ma potrebbe aumentare la sensibilità rispetto a rumori ambientali, come è emerso dal fatto che i piccoli fasciati, dormono più a lungo ma si svegliano nella fase REM, all’esposizione di rumori molto meno forti rispetto ai non fasciati.
Ma attenzione, “fasciare “ e “portare con la fascia “ sono pratiche antiche ma diverse.
Portare è una pratica a contatto, mentre fasciare è come utilizzare un surrogato di contatto, per tenere il bimbo buono e nello stesso tempo distante.

Dal punto di vista biologico, portare è un concetto preciso, che indica una determinata categoria di mammiferi che si muove con i propri cuccioli e si prende cura di loro.
Fino agli anni settanta, in biologia, si distinguevano due categorie di cuccioli di mammiferi: i nidifughi e i nidiacei.
Ai nidiacei appartengono cani, gatti, conigli, etc i quali, nascono dopo un breve periodo di gestazione e per questo sono molti immaturi: i loro sensi non sono perfettamente funzionanti, sono sordi e con occhi chiusi e somigliano poco ai loro genitori. Sono messi in un nido, o comunque lasciati soli per molto tempo, in quanto i genitori, si allontanano in cerca di viveri per loro.
I piccoli nidifughi, come cavallo o pecora, invece sono maturi, poiché nascono dopo una lunga gestazione.
I loro sensi sono sviluppati e fin da subito possono autonomamente seguire i loro genitori.
I koala, le scimmie, i canguri appartengono invece a un’altra categoria, quella dei portati (traglinge).
Questi ultimi, sebbene esternamente, dimostrino la maturazione dei nidifughi, non sono in grado di muoversi da soli, e per questo si aggrappano al corpo della madre per essere trasportati.

Si distinguono due tipi di portati: quelli attivi e passivi.

I portati passivi, come i canguri vengono portati dal genitore senza un loro contributo attivo, le loro zampe infatti non sono adatte ad aggrapparsi e per questo vengono portati in un marsupio.

I portati attivi, invece, si aggrappano alla pelliccia della madre, in quanto hanno un forte riflesso di grasping alle mani e ai piedi che gli consente di tenersi saldamente al corpo di chi li porta.

Secondo Hassenstein e Kirkilionis, studiosi americani, l’uomo invece sarebbe un portato, infatti circa 4 milioni di anni fa, il cucciolo d’uomo era un portato attivo come dimostra il piede prensile che gli permetteva di aggrapparsi al corpo peloso del genitore, ma successivamente, con la perdita di questi caratteri (peli) e con lo sviluppo della postura eretta, il piccolo d’uomo è diventato un portato passivo.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 16, Numero 3, anno2019
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