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Skin to Skin Care: Inconfutabile determinante di Salute
La prima ora dopo il parto è un momento straordinario e delicato allo stesso tempo, trascorrerla in contatto pelle a pelle facilita clamorosamente il passaggio dalla vita intrauterina a quella extrauterina.
Il corpo materno assume la funzione di utero e placenta e soddisfa tutte le impellenti richieste. Ci sono buone evidenze che i neonati in skin to skin care (SSC) raggiungano la stabilità fisiologica in maniera ottimale rispetto ai neonati posti in culla.
È fondamentale precisare che, nel nuovo millennio per stabilità fisiologica non si intende unicamente il raggiungimento e la stabilizzazione dei parametri vitali, bensì il temperamento degli adattamenti metabolici, come il potenziamento del microbioma. La popolazione microbica che abita l’uomo è parte integrante dei processi di salute. Ogni persona, infatti, ha un doppio bagaglio di informazioni. Da una parte il patrimonio genetico, dall’altra il microbiota, corredo di innumerevoli batteri, virus e funghi. Per ogni cellula del nostro corpo, ci sono dieci cellule batteriche, e per ogni gene delle nostre cellule, ci sono centocinquanta geni batterici.
L’acquisizione e lo sviluppo del microbioma infantile sono i punti chiave di una sana simbiosi. L’alterazione di questo armonioso rapporto, la cosiddetta disbiosi, è pressappoco implicata nei processi patologici ad esordio tardivo come le malattie cardiovascolari, autoimmuni, dell’apparato respiratorio.
La scoperta che questo primo periodo della vita sia tanto rilevante e vulnerabile, suggerisce quanto sia necessario identificare gli elementi che disturbano l’accrescimento delle comunità microbiche residenti nel neonato. Queste comunità colonizzano la pelle, le cavità orali e nasali, gli occhi, i polmoni, l’apparato urinario e gastrointestinale; praticamente qualunque superficie del corpo, che abbia un accesso verso il mondo esterno.
Seppur la colonizzazione intrauterina sia fonte di ricerca e dibattito, è appurato il fatto che il parto ed il neonato non siano sterili; per questo motivo sono stati individuati diversi fattori cruciali implicati nello sviluppo precoce del microbioma.
Lo studio coordinato da un gruppo di ricerca del Cibio dell’Università di Trento dimostra il passaggio di vari microorganismi da madre a bambino durante i primi giorni e mesi di vita.
La notizia ha ottenuto la copertina della rivista “Cell Host & Microbe” pubblicata l’11 luglio 2018, in cui vi è raffigurata una madre con un grande ombrello, in grado di proteggere il suo piccolo da microrganismi indesiderati e sotto il quale avviene la trasmissione verticale. Sebbene, l’ambiente, l’alimentazione, l’uso di antibiotici, l’epoca gestazionale siano determinanti, la relazione materna sembra essere essenziale e snodarsi in tre proprietà: parto vaginale, contatto pelle a pelle ed allattamento al seno.
Sono state reclutate 25 coppie di cui è stato prelevato un tampone dalle cinque potenziali fonti di trasmissione microbica materna: della pelle (nella piega intermammaria), del colostro e del latte materno, mucosa orale, vaginale, anale, e della mucosa orale e anale per ogni neonato. I campioni sono stati analizzati e comparati dalla nascita fino a 4 mesi dopo il parto.
Il microbioma infantile, per la presenza di polimorfismi, si è rivelato particolarmente eterogeneo: in prima giornata solo il 50% era di origine materna, ciò fa suppore l’esistenza di due condizioni complementari.
Da un lato, siamo certi che alcuni microrganismi siano solo transitori poiché poco adatti alla colonizzazione del tratto intestinale, difatti nei giorni successivi si assiste ad un rapido declino della specie dovuta a selezione naturale; dall’altro sappiamo che il buon funzionamento del microbiota intestinale, come di molti altri ecosistemi, dipende da una popolazione batterica diversificata. L’eterogeneità è indice di buona salute; patologie come l’obesità, il diabete di tipo 2 e i disturbi gastrointestinali, sono caratterizzate da una bassa diversità microbica.
Per chiarire in quale misura la diversità microbica favorisca la salute, sono necessarie ulteriori ricerche, ma una cosa è chiara: il tipico stile di vita occidentale, non la promuove.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 18, Numero 1, anno 2020
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