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Il taglio del cordone ombelicale
Riportava, inoltre, che “non esiste pratica di routine che giustifichi l’allontanamento del neonato dalla madre”; e ancora, nel 2007 aggiunse, che le evidenze riguardo al fatto che, il clampaggio immediato del cordone potesse essere utile nel prevenire l’emorragia postpartum, erano molto ridotte, mettendo in evidenza i benefici del clampaggio tardivo. Il rispetto dei tempi consente un passaggio più protetto alla respirazione neonatale, fa sì che la diminuzione dei livelli di emoglobina sia meno marcata (circa 1g/dl) e che, la maggior quantità di quest’ultima e di ferro che il neonato riceve, riduce il rischio di anemia migliorando anche la crescita e lo sviluppo neurologico globale se comparato con il clampaggio precoce.
Per quanto riguarda il neonato pretermine, tutti gli studi trovati, hanno dimostrato che il clampaggio tardivo (tra 30 e 120 secondi) è praticabile e sicuro sia per la madre che per il bambino. Conduce ad una minor incidenza di trasfusioni di sangue, a più alti livelli di emoglobina a 10 settimane di età e ad una minor incidenza di emorragia intraventricolare.

In conclusione, l’indagine ha permesso di quantificare il numero del personale ostetrico italiano, che ancora adotta una modalità di clampaggio non favorita dalle raccomandazioni sull’argomento.
Lo sforzo di tutte le professioniste sanitarie e, in misura maggiore di questa piccola percentuale, dovrebbe concentrarsi sul non avere fretta di agire, di garantire un po' di minuti per consentire il passaggio della giusta quantità di sangue al bambino e, non solo, il taglio ritardato ha effetti positivi anche sulla madre permettendole di interagire in maniera più vigile e pronta con il neonato, di sentirsi in grado di controllare ciò che succede nell’accoglimento del nuovo nato, di sentirsi protagonista con il proprio bambino dell’evento nascita.
Non vi è alcuna giustificazione al taglio precoce del cordone ombelicale alla nascita in tutti i neonati.
Il clampaggio precoce del cordone era una pratica di routine, la cui adozione non è stata accompagnata da studi che valutassero le conseguenze del privare il neonato di un significativo volume di sangue. Mentre il taglio tardivo è una pratica fisiologica, il taglio precoce è un atto sanitario che come tale deve essere motivato in quanto ha degli effetti sull’adattamento neonatale.
Dai risultati ottenuti emerge che, in possibilità di compatibilità tra DCC e donazione, le strutture ospedaliere, attraverso la formazione e la sensibilizzazione a tutto il personale ostetrico, hanno il compito principale di diffondere le conoscenze sul tema e migliorare l’offerta di donazione alle tante mamme/coppie che richiedono di poter eseguire tale pratica. Secondo le indicazioni del Ministro della Salute è necessario incrementare il numero dei punti nascita organizzati per raccogliere le donazioni (attualmente sono meno del 10%), garantendone una disponibilità il più possibile uniforme sul territorio nazionale.
È indispensabile sostenere un uso appropriato e solidaristico delle cellule staminali da sangue cordonale, attraverso la condivisione di corrette linee guida in quanto sono una necessità primaria del nostro Sistema Sanitario Nazionale. Prima, per garantire il maggior volume e la cellularità della raccolta al ricevente, si effettuava il clampaggio immediato, ad oggi l’obiettivo fondamentale è quello di garantire il benessere del neonato donatore per cui ci si propone di applicare un limite temporale di non meno di 60 secondi e non oltre 120 secondi.
Tale informativa viene inserita nel consenso informato specificando la possibile influenza del clampaggio tardivo sulla raccolta e quindi la minore idoneità al banking pubblico.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 20, Numero 1, anno 2021
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