Il taglio del cordone ombelicale
STUDIO OSSERVAZIONE: TIMING CLAMPAGGIO DEL CORDONE OMBELICALE NELLE UNITA’ OPERATIVE MATERNO INFANTILI ITALIANE
Introduzione e background
Quando il clampaggio precoce del cordone ha dimostrato di poter ridurre l’incidenza di emorragia post-partum, è divenuto parte del moderno management del parto, ma esso non ha una ragione specifica ed è probabilmente entrato nei protocolli in quanto già parte della pratica standard. Il management attivo, si pone come obiettivo quello di ridurre i tempi del terzo stadio, ma ritardare il clampaggio comporta un’attesa che nella maggioranza dei casi non supera i primi tre minuti. Si è reso, quindi, essenziale stabilire quali delle componenti di questa strategia comportassero dei benefici per i neonati e comportassero l’effettiva diminuzione del rischio di sanguinamento.
I primi studi risalgono agli anni ’60 e dimostrarono che la percentuale di sangue che arrivava al neonato era del 67% alla nascita, dell’80% a 1 minuto e dell’87% al termine della trasfusione placentare. Prerogativa questa diventata argomento di discussione nello studio pubblicato nel 2011 dalla Dottoressa Ferrar che pesando i neonati alla nascita a cordone intatto osservò il massimo incremento di peso durante il primo minuto.
La Cochrane Library ha pubblicato due revisioni della letteratura scientifica 2012-2013 basate sulla valutazione degli effetti che il clampaggio tardivo avesse sui nati pretermine e a termine.
Nel 2014 e nel 2018 ulteriori studi clinici hanno portato nuovi spunti di discussione: l’OMS pensando in modo particolare ai paesi in via di sviluppo, dove il numero dei bambini malnutriti e anemici è molto alto, raccomandò il clampaggio a non meno di un minuto per non sprecare quella che di fatto è una risorsa immediatamente accessibile per la salute dei neonati.
Le ultime notizie pubblicate nel luglio 2020 riguardano i benefici del clampaggio tardivo anche nei neonati nati da cesarei a termine, a confermarlo è uno studio pubblicato sul Journal in cui è stato confrontato il decorso post-partum di due gruppi di donne reduci da un cesareo programmato con clampaggio immediato e dopo 1 minuto valutando le differenze nei valori di emoglobina materna a 24 ore dal parto.
In conclusione, gli studi mostrano che il clampaggio tardivo non ha effetti sull’emorragia post-partum, in quanto l’uso profilattico del farmaco uterotonico riduce il rischio, sia che il resto dell’active management venga adottato oppure no e, inoltre, hanno evidenziato i benefici e la sicurezza della pratica sia per il nato a termine che per il pretermine. Per cui ad oggi l’utilizzo nella pratica clinica dell’active management non presuppone più la scelta del clampaggio precoce come pratica routinaria per tutti i neonati.
La mancanza di Linee Guida ufficiali chiare ed omogenee è probabilmente motivata dal fatto che non esiste attualmente una definizione precisa e condivisa di clampaggio precoce e tardivo per cui il lavoro che segue si pone come obiettivo quello di fornire una fotografia della realtà ostetrica italiana circa il timing del clampaggio del cordone ombelicale nelle unità operative materno infantili italiane.
Specifica trattazione è stata riservata, inoltre, alla donazione delle cellule staminali del sangue cordonale e al clampaggio di quest’ultimo in relazione ad essa.
Con le notizie raccolte si cercherà di disegnare il panorama italiano sulla gestione e la partecipazione al processo donativo, andando ad individuare i rischi e i benefici che questa pratica ha sulla scelta del timing.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 20, Numero 1, anno 2021
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