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Effetti dell’obesità sull’outcome di gravidanze singole
6. Devono essere proposti i test di screening del primo/secondo trimestre (biochimici, ecografici, test del DNA fetale) informando la gestante che questi hanno una sensibilità/specificità minore nelle gravide obese.
7. La scheda dei referti ecografici deve specificare il limite aII’esame rappresentato dall’obesità.
8. Deve essere consigliata una supplementazione di acido folico e vitamine soprattutto nelle gestanti sottoposte a chirurgia bariatrica.
9. II parto della donna obesa deve avvenire in punti nascita in grado di fornite un’adeguata assistenza in sala parto/operatoria e neonatologica.
10. La cartella clinica deve contenere, oltre al rilievo anamnestico, I’ indicazione delle notizie fornite alla gestante circa I’ incremento di rischio materno-fetale correlato all’ obesità anche con la formulazione di un consenso informato scritto.
11. Deve essere valutato il rischio tromboembolico e un’eventuale tromboprofilassi.
12. L’eventuale terapia antibiotica preoperatoria deve essere adeguata al caso.
13. Deve essere eseguita una consulenza anestesiologica al ricovero.
14. Devono essere richieste consulenze per Ie eventuali patologie correlate all’ obesità (diabetologica, vascolare, cardiologica).

L’ostetrico che si approccia alla donna affetta da obesità, che ricerca una gravidanza, dovrebbe informare la paziente in merito alle possibili complicanze ostetriche ed internistiche conseguenti all’elevato BMI, le donne dovrebbero essere incoraggiate a ridurre il peso corporeo fino al raggiungimento di un BMI < 30 kg/m2, o ancor meglio < 25 kg/m2 attraverso la modificazione dello stile di vita, un’adeguata alimentazione supplementata da 400 μg/die di acido folico ed esercizio fisico regolare quattro volte alla settimana.
La commissione dello IOM ha inoltre proposto di intraprendere un programma di salute globale fatto di informazione ed educazione alla salute, controlli routinari del peso materno in gravidanza ma anche nel postpartum con il fine di controllare la ritenzione di peso ad un anno dal parto.

L’ACOG suggerisce che, in assenza di complicanze ostetriche, la donna in gravidanza dovrebbe compiere almeno 30 minuti di esercizio fisico aerobico quotidiano per la maggior parte dei giorni della settimana.
In caso di BMI > 40 kg/m la paziente necessiterà di uno stretto monitoraggio clinico a causa del malassorbimento indotto dalle procedure 2 e patologie associate, come il diabete mellito, le apnee notturne e le malattie cardiovascolari, può essere indicato il ricorso alla chirurgia bariatrica ed è consigliabile intraprendere la gravidanza almeno dopo 12-18 mesi dall’intervento.
La paziente necessiterà di uno stretto monitoraggio clinico a causa del malassorbimento indotto dalle procedure bariatriche, rendendo necessaria la supplementazione di nutrienti essenziali come ferro, folati e vitamina B12.

In tutte le classi di obesità, le donne con eccessivo aumento ponderale nel corso della gestazione vanno incontro ad un aumentato rischio di complicanze ostetriche quali taglio cesareo, operatività vaginale, sanguinamento eccessivo al momento del parto, macrosomia fetale e distress feto-neonatale.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 21, Numero 2, anno 2021
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