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Effetti dell’obesità sull’outcome di gravidanze singole
La gravidanza ha un parziale effetto protettivo sull’apnea notturna perché l’aumentata sensitività dei centri respiratori riduce il numero degli episodi di apnea. Inoltre, a fine gravidanza, le donne tendono a dormire sul fianco riducendo la possibilità di ostruzione delle vie aeree. L’ipossia cronica, l’ipercapnia e l’ipertensione polmonare aumentano la morbilità e mortalità materna in maniera significativa.

Modificazioni metaboliche

La presenza di iperinsulinemia e l’aumentata resistenza all’insulina determinano lo sviluppo di diabete mellito di tipo II. Nella paziente obesa è più frequente l’instaurarsi del diabete gestazionale che può persistere anche dopo la gravidanza. Inoltre vi sono alterazioni dello stato coagulativo con ipercoagulabilità.


Modificazioni della funzionalità renale

Nelle pazienti obese si riscontra un aumento del flusso renale ematico, della filtrazione renale glomerulare e della clearance della funzione renale. La clearance renale per i farmaci risulta aumentata nelle pazienti obese rispetto a quelle normopeso.
L’alterazione renale più frequentemente riscontrata è la proteinuria.
Le principali complicazioni associate all’obesità durante la gravidanza includono l’ipertensione, diabete mellito di tipo 2 pregestazionale e gestazionale, disturbi respiratori (asma e apnea notturna), malattia tromboembolica, taglio cesareo, infezione delle ferite ed endometriosi.
Le gravide obese hanno un considerevole rischio di sviluppare preeclampsia, ma non sembrano avere maggiori rischi di HELLP Syndrome.
I disordini ipertensivi sono indirettamente e direttamente correlati alla dislipidemia, alla perossidazione lipidica, al danno endoteliale, all’aggregazione piastrinica e ai mediatori della flogosi. Sono presenti nella gravida obesa complicazioni del parto quali distress fetale, aspirazione di meconio, mancato impegno, presentazione anomala, distocia di spalla e una maggiore frequenza di parto operativo.
L’obesità è inoltre un fattore intrinseco di rischio sia di emorragia intrapartum che postpartum.

Linee guida e raccomandazioni

Nel 2013 l’American College of Obstetricians and Gynaecologists (ACOG) ha pubblicato delle raccomandazioni per le donne obese in gravidanza o che stanno programmando una gravidanza.

Sono riportati di seguito i punti salienti di tali raccomandazioni:
1. La gravidanza in una donna obesa deve essere considerata a rischio.
2. Una consulenza pregravidica dovrebbe consigliare una riduzione di peso, in donne obese, prima di intraprendere una gravidanza.
3. Nelle gravide con IMC >30 all’inizio della gravidanza, Io screening per il diabete gestazionale é raccomandato alla 16 -18 settimana.
4. La gravidanza deIl’obesa va seguita neII’ambuIatorio ospedaliero delle gravidanze a rischio e comunque da un medico ginecologo.
5. La scheda della gestione della gravidanza deve prevedere l’indicazione dello stato di obesità e il riscontro delle informazioni date alla gestante circa l’incremento del rischio materno e fetale, anche in rapporto a possibili aspetti malformativi.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 21, Numero 2, anno 2021
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