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Unità gestante-feto come base del presente e futuro sviluppo del bambino
Si è dimostrato, ancora, che in utero sono percepibili stimoli acustici provenienti sia dall’interno del corpo materno (battito cardiaco, borborigmi intestinali, suoni corporei e voce materna) sia dall’ambiente esterno.

A partire dall’ultimo trimestre di gravidanza, il funzionamento e la capacità del sistema uditivo ed i processi neurali ad esso sottesi, si modificano oltre che per la maturazione biologica anche per il tipo di stimolazioni acustiche percepite: sembra esistere un apprendimento e una diversificazione del suono individuale già dagli ultimi mesi del periodo fetale; così come dimostrato da alcuni studi condotti su feti di 37-38 settimane che asseriscono l’abilità del feto nel percepire l’intensità degli stimoli acustici e nel distinguere la voce femminile da quella maschile.

Dopo la nascita, il bambino preferisce una breve storia ripetutamente letta in gravidanza rispetto ad una nuova.

Anche alcuni studi condotti su neonati pretermine di 32/34 settimane mostrano una preferenza per la voce femminile rispetto alla voce maschile.
Da uno studio emerge che anche se il sistema uditivo periferico raggiunge la sua maturazione solo verso la 32esima settimana di età gestazionale, l’orecchio interno funziona già a partire dalla 20esima settimana e quindi, da quel momento, il feto è in grado di recepire stimoli acustici sia pure prevalentemente nelle basse frequenze.

Al bambino inoltre arrivano stimolazioni a struttura ritmica che possono essere recepite da altri sistemi sensoriali che maturano prima di quello acustico, come quello tattile, il propriocettivo e il vestibolare.

Quindi si può affermare che la percezione degli stimoli a struttura ritmica comincia molto precocemente e tale percezione permette di integrare le informazioni che giungono da diversi sistemi sensoriali; quelli del battito cardiaco della madre, essendo a bassa frequenza, siano probabilmente avvertiti già prima delle 25esima settimana di età gestazionale, il feto non avverta solo il battito cardiaco materno (a livello acustico e propriocettivo), ma anche il proprio battito cardiaco (anche se solo a livello propriocettivo).
Da ciò si può concludere che la sensibilità alle stimolazioni materne a struttura ritmica abbia una funzione regolatrice sull’elaborazione delle altre stimolazioni ambientali.
Diversi studi hanno dimostrato che la funzione uditiva intrauterina è prevalentemente un sentire di tipo tattile per vibrazione del liquido amniotico: il nascituro risponde attivandosi di più se stimolato da una voce femminile poiché questa produce una vibrazione più veloce di quella maschile.

Le ipotesi dei processi cognitivi individuati a livello prenatale derivano in gran parte dagli studi sulla percezione auditiva fetale: come detto, il fenomeno della habituation - cioè il crescente abbassamento della risposta fetale a stimoli sonori identici presentati ripetutamente in un determinato intervallo di tempo e la capacità di discriminare suoni diversi - è già presente a 27 settimane.
Madison, come del resto anche altri esperti del settore, asseriscono che tali fenomeni siano testimonianza di una prima forma di plasticità comportamentale e di apprendimento.
Facile ipotizzare, perciò, che ogni esperienza vissuta dal feto nella vita intrauterina rappresenti forme di memoria.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 23, Numero 1, anno 2022
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