Home sito | Copertina | Indice |            « Indietro Pagina [23] di 46 Avanti »
La Kangaroo care:
In riferimento al secondo quesito clinico di ricerca (Oltre ad aspetti comportamentali, la KC può stimolare ed attivare meccanismi neuroendocrini alla base della formazione del bonding genitore-neonato?) è stato preso in considerazione un articolo pubblicato nel 2020 da Hardin JS, in cui si analizzano in maniera approfondita gli effetti della KC sull’attività cerebrale e neuroendocrina della diade madre-figlio.

Infine in riferimento all’ipotesi per cui la KC possa rappresentare un metodo per diminuire il rischio di disturbi del legame, il case report pubblicato nel 2019 da Youji Takubo et al. ne rappresenta una prova a sostegno.

DISCUSSIONE

Nella revisione sistematica condotta nel 2014 da Athanasopoulou E e Fox J. nove studi hanno esaminato l’umore materno, cinque di questi hanno mostrato significative differenze nel gruppo KMC. Più in particolare, le madri si sentivano maggiormente in grado di badare ai propri figli, meno stressate nel momento in cui dovevano separarsene, più energiche, più forti, più soddisfatte, tranquille, attente e felici.
Nei modelli di interazione genitore-figlio le madri del gruppo KMC sono entrate più frequentemente in contatto fisico e visivo coi propri figli, hanno mostrato maggiore attenzione verso i segnali dei bambini, maggiore sensibilità, migliori capacità di promuovere la crescita cognitiva e sociale dei piccoli.
Le stesse coppie madre-figlio sono state rivalutate a 3 e 6 mesi d’età: entrambi i genitori prendevano in braccio più spesso il figlio, dormivano con lui e pensavano più frequentemente a lui.
L’ambiente familiare era molto più riservato e stimolante per il bimbo. Le successive rivalutazioni a 18 mesi non hanno mostrato risultati positivi significativi.
Questo potrebbe rappresentare uno stimolo per la futura ricerca sugli effetti della KC a lungo termine.
La figura paterna

La maggior parte degli studi condotti sull’attuazione della KC coinvolgono principalmente la figura materna e spesso i padri sentivano che le ostetriche rafforzavano questo stereotipo, di conseguenza venivano quasi esclusi dalle attività di cura rivolte verso il piccolo. Mentre invece, studi condotti in Svezia e Danimarca hanno dimostrato che la KC padre-neonato (sia a termine che pretermine) promuove la consapevolezza e la comprensione del ruolo paterno.
I padri coinvolti negli studi hanno partecipato in maniera più attiva alla cura del neonato. La comunicazione e l’approccio sensoriale contribuiscono allo sviluppo del bimbo e arricchiscono l’ambiente familiare da un punto di vista relazionale (Shorey S, 2016). A ciò va aggiunto che dallo studio condotto da Ünal Toprak F. e Erenel nel 2020 si sono ottenuti risultati statisticamente significativi nel gruppo KMC rispetto al gruppo di controllo in termini di attività di cura del proprio figli (vaccinazione, monitoraggio dello sviluppo fisico) e nella volontà di essere maggiormente coinvolti.
Della KC padre-neonato hanno beneficiato anche i neonati, che si sono mostrati nettamente più tranquilli e in grado di addormentarsi prima rispetto al gruppo dei neonati tenuti in culla (Shorey S, 2016). Dunque in tutte le situazioni in cui è possibile la Kangaroo father care deve essere sempre promossa (Ünal Toprak F, 2020).

Lo studio clinico randomizzato controllato pubblicato nel 2020 da Hardin JS ha esaminato gli effetti della KMC sui modelli di attività cerebrale nella diade madre-figlio e sul rilascio neuro-ormonale di entrambi. In particolare viene misurata la potenza/asimmetria e la coerenza interemisferica all’elettroencefalogramma. Il gruppo sperimentale ha effettuato sessioni di KMC per circa 1 h ora al gg per 6 settimane, mentre il gruppo di controllo non ha ricevuto indicazioni.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 25, Numero 3, anno 2022
23
            « Indietro Pagina [23] di 46 Avanti »