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La depressione post-partum

Introduzione

La gravidanza segna una delle tappe fondamentali nella vita di una donna e, insieme al post-partum, risulta essere un periodo molto complesso in quanto la madre è sottoposta a intensi cambiamenti di ordine fisico, biologico ed endocrino, ma anche psicologico, relazionale e sociale. La maternità, infatti, rappresenta un periodo critico di vulnerabilità, in cui le numerose trasformazioni che si verificano implicano una profonda riorganizzazione non solo della realtà esterna, ma soprattutto del mondo psichico della donna.
La nascita di un figlio comporta una transizione di ruolo che si esplica con l’acquisizione della funzione materna, la perdita della fusione con il bambino e la non corrispondenza fra bambino immaginario e bambino reale, la relazione di dipendenza con il neonato, il cambiamento di identità e di ruolo nelle relazioni di coppia e sociali.
Nella maggior parte dei casi, le nuove madri si adattano progressivamente ai cambiamenti indotti dal concepimento; in alcune occasioni, invece, questo passaggio può avere un esito diverso e, laddove sussistano le condizioni, può mettere a rischio la salute mentale delle gestanti, soprattutto nel periodo del post-partum.
Da alcuni anni i disturbi psichiatrici perinatali sono oggetto di studio e di profondo interesse da parte della comunità scientifica internazionale. In particolare, la depressione del post-partum (DPP) viene indicata come un problema di sanità pubblica, a causa della sua elevata incidenza e delle conseguenze sul benessere della donna e sulla qualità della relazione madre-bambino. Molti studi hanno infatti dimostrato come la DPP possa incidere negativamente non solo sulle donne stesse, ma su tutto il contesto famigliare e, soprattutto, sulla genesi del rapporto madre-bambino, i cui esiti sembrano avere ripercussioni a lungo termine.


Ancora oggi, però, nella pratica comune la DPP sfugge frequentemente all’osservazione clinica e meno del 50% delle donne che ne soffrono chiede spontaneamente aiuto. Al contrario, nell’ottica del miglioramento della qualità di vita delle donne e dei bambini, quale obiettivo proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il riconoscimento e il trattamento tempestivi di tale malessere sono auspicabili e rappresentano un traguardo notevole alla salute femminile.

Aspetti psicologici ed endocrini della gravidanza, del parto e del puerperio

Il desiderio di maternità è un elemento che accompagna, nella maggior parte dei casi, tutta la vita di una donna, non riducendosi alla sola esperienza di riproduzione, ma rappresentando un’aspirazione e una tappa naturale dell’essenza femminile.
Con la gravidanza si istaura una “atmosfera materna” la quale determina eventi mentali nuovi e profonde modificazioni nei processi di organizzazione del sé, concettualizzati come maternità interiore. Essa fa riferimento alla realtà psichica che accompagna la gravidanza come processo di sviluppo dell’identità femminile e di elaborazione di rappresentazioni mentali.
La nascita fisica di un bambino corrisponde, infatti, alla nascita della madre che nella propria mente non genera solo un nuovo essere umano ma una nuova identità personale: i nove mesi della gravidanza si accompagnano a cambiamenti graduali del corpo e della mente della donna; questo tempo non è quindi solo necessario all’accrescimento fetale, ma anche alla maturazione delle competenze genitoriali.
Il lavoro della gravidanza corrisponde, quindi, a una riorganizzazione totale dell’immagine di sé, in cui si assiste a una continua oscillazione tra realtà e fantasia.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 27, Numero 2, anno 2023
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