Il Nido Psichico Rappresentazionale. Spazio e Tempo della Genitorialità.
IL NIDO PSICHICO RAPPRESENTAZIONALE
Il periodo dell'attesa è costellato da cambiamenti importanti sia sul piano fisico sia su quello
psicologico.
Un ruolo rilevante, in tal senso, è rivestito dagli ormoni, i quali determinano mutamenti
notevoli nel corpo, sull'umore e sul benessere complessivo della donna. Risultano, infatti, coinvolti
non solo nelle modificazioni fisiologiche relative alla gravidanza, ma anche nella creazione dello
spazio psichico dedicato alla genitorialità. Gli estrogeni, ad esempio, alimentano l'attività sognante
della donna, la quale favorirà una «graduale regressione del sé materno al sé fetale e neonatale,
incrementando così uno stato di elevata sensibilità» (Pazzagli et al., 2011); la prolattina, le endorfine e
l'ossitocina promuovono amorevolezza, accudimento e attaccamento; il progesterone facilita il
rallentamento dei pensieri e dei ritmi di vita, permettendo alla madre la creazione di uno spazio
psichico in cui accogliere le rappresentazioni di sé come genitore.
Difatti, la mamma coltiverà, giorno
dopo giorno, le proprie fantasie, i propri desideri, le proprie paure e il proprio amore verso il figlio in
arrivo all'interno di questa area psichica dedicata alla genitorialità sognata.
L'investimento e il
coinvolgimento affettivo della madre verso il bambino atteso viene definito da Winnicott (1958)
"preoccupazione materna primaria".
Tale condizione psicologica, particolarmente intensa, permette di
focalizzare le proprie attenzioni sul bambino, escludendo il resto. Presente anche nel post-partum,
questo stato di elevata sensibilità materna facilita la sintonizzazione della diade, permettendo alla
madre di rispondere in modo adeguato e contingente ai bisogni del proprio figlio.
Nel 1969 Winnicott
rivisita il costrutto, affermando che esso si sviluppa in entrambi i genitori: attraverso il grembo
materno il padre entra in contatto con suo figlio e con l'esperienza paterna, assumendo un ruolo chiave
di protezione per la madre e per il bambino.
Attraverso i vissuti materni, inoltre, il padre rielabora
anche la sua storia, in un rimescolamento emotivo che, se ben equilibrato, determinerà una
maturazione della coppia, facilitando la fase di transizione.
Il contributo di Winnicott ha fatto da
apripista al filone di ricerca relativo all'attaccamento prenatale e ha anticipato le riflessioni della
Bydlowski relativamente allo stato sognante della madre durante i nove mesi di gravidanza.
Secondo
la studiosa, la condizione psichica materna è caratterizzata da una permeabilità alle rappresentazioni
inconsce e da una certa accessibilità ai contenuti rimossi, definita "trasparenza psichica" (Bydlowski,
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1997), la quale permette ai contenuti inconsci di emergere con più facilità dal passato non trovando al
loro passaggio la schermatura abituale.
In altre parole, è come se si delineasse una sorta di finestra, la
quale si affaccia su scenari fino a quel momento rimasti in penombra; l'attenzione del genitore viene
richiamata verso la propria storia infantile, verso la visione interiorizzata di genitorialità e verso la
messa in discussione dei modelli relazionali appresi dalla propria famiglia di origine, determinando in
questo modo una rivisitazione della propria narrazione. Il contatto con questi temi, oltre a permettere
la costruzione di uno spazio mentale per il proprio bambino, offre alla donna la possibilità di
rielaborare i propri vissuti, determinando un processo vero e proprio di evoluzione della sua identità,
volto al raggiungimento di una maturità del Sé necessaria per poter ri-nascere assieme al proprio
figlio.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 28, Numero 1, anno 2024
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