SIDS: Sudden Infant Death Syndrome
La SIDS rappresenta una delle principali preoccupazioni legate alla condivisione del letto, con un'incidenza stimata di 1 bambino su 1.500-2.000 nei Paesi occidentali, e circa 300 decessi annuali in Italia.
Le raccomandazioni, in particolare dell'American Academy of Pediatrics, indicano che i neonati dovrebbero dormire nella stessa stanza dei genitori, ma su una superficie separata e sicura, come una culla "next-to-me".
Tuttavia, molti genitori scelgono di praticare il bed-sharing per ragioni pratiche, quali l'allattamento notturno o la necessità di riposare meglio.
Nonostante i rischi, le ricerche sugli effetti psicologici e comportamentali a lungo termine del bed-sharing sono limitate, e vi è una necessità di studi più approfonditi per chiarire i possibili effetti di questa pratica.
Nonostante i rischi associati alla sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) e le raccomandazioni contro la pratica del bed-sharing da parte delle principali società scientifiche, uno studio recente ha esplorato l’impatto di questa pratica sullo sviluppo psicologico dei bambini. Lo studio, condotto su 16.599 bambini britannici e monitorati per 11 anni, non ha riscontrato associazioni tra il bed-sharing all'età di 9 mesi e problemi emotivi o comportamentali nel corso dell’infanzia.
Questi risultati forniscono nuove informazioni nel dibattito sull'opportunità del bed-sharing e suggeriscono che, se praticato in modo sicuro, esso non influisce negativamente sullo sviluppo emotivo e comportamentale.
I dati sul bed-sharing sono stati raccolti tramite questionari somministrati ai genitori a diverse età dei bambini (3, 5, 7 e 11 anni).
I comportamenti internalizzanti (depressione, ansia) ed esternalizzanti (aggressività, iperattività) dei bambini sono stati valutati utilizzando scale standardizzate di sviluppo infantile.
Le analisi statistiche hanno incluso modelli di regressione per valutare l'associazione tra bed-sharing all'età di 9 mesi e gli esiti comportamentali e psicologici a 11 anni, tenendo conto di potenziali variabili confondenti come il background socioeconomico e le pratiche genitoriali.
L'analisi dei dati ha mostrato che non vi era alcuna associazione significativa tra il bed-sharing all'età di 9 mesi e problemi comportamentali o emotivi nei bambini all'età di 11 anni.
In particolare, i bambini che condividevano il letto con i genitori non presentavano tassi maggiori di depressione, ansia, aggressività o iperattività rispetto ai loro coetanei che non praticavano il bed-sharing.
Questo risultato è stato consistente attraverso tutte le età monitorate (3, 5, 7 e 11 anni).
I risultati dello studio contraddicono alcune ipotesi precedenti secondo cui il bed-sharing potesse influire negativamente sullo sviluppo psicologico dei bambini.
Sebbene i rischi fisici associati alla SIDS rimangano una preoccupazione rilevante, questo studio suggerisce che, se praticato in modo sicuro, il bed-sharing non sembra compromettere lo sviluppo emotivo e comportamentale a lungo termine.
È importante sottolineare che lo studio non promuove né sconsiglia il bed-sharing, ma fornisce informazioni cruciali per i genitori e i professionisti della salute che potrebbero essere preoccupati degli effetti psicologici di questa pratica. Questo studio fornisce nuove evidenze che indicano come la condivisione del letto tra genitori e neonati non sia associata a esiti psicologici negativi nell'infanzia, sfatando uno dei principali timori legati a questa pratica.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 29, Numero 2, anno 2024
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