Le infezioni respiratorie ricorrenti in età pediatrica: importanza delle irrigazioni nasali
A. Giustardi, F. Maccallini, A. Semjonova
Le infezioni respiratorie ricorrenti rappresentano un problema frequente in età infantile, soprattutto nella fascia d’età prescolare. Sono dovute, in generale, all’immaturità ed “inesperienza” del sistema immunitario, oltreché ad una particolare struttura anatomica e funzionale delle vie aeree superiori ed inferiori ancora in via di sviluppo. Perciò i bambini in età prescolare sviluppano la malattia più facilmente rispetto alle età successive.
Le infezioni ricorrenti rappresentano un quadro clinico con interessamento prevalente a carico delle prime vie aeree. Questa situazione interferisce notevolmente sulla condizione di benessere del bambino.
Dalla fine del primo anno di vita fino all’inizio dell’età scolare il bambino sano va incontro ad almeno 5-6 episodi di infezione respiratoria per anno, con punte che possono arrivare anche ad 8-9 in alcuni casi. Questo succede perché il sistema immunitario è ancora immaturo, ma anche perché i più piccoli sono privi di qualsiasi precedente esperienza immunologica. Inoltre, i precedenti episodi virali causano una riduzione dell’efficienza delle difese. Nei primi anni di vita il bambino ha un sistema immunitario non perfettamente in grado di far fronte all’azione lesiva dei diversi agenti infettivi. Alla sua completa maturazione si arriverà progressivamente nell’arco dei primi 3-4 anni di vita, così che durante tutto questo periodo il bambino è a maggior rischio di contrarre infezioni. D’altra parte, anche quando il sistema immunitario è divenuto perfettamente funzionante, questo non presenterà alcuna memoria immunologica fino a che non avrà avuto il contatto iniziale con specifici agenti patogeni. Da qui il fenomeno per cui ogni prima infezione non può venire affrontata con la stessa capacità di controllo che ha chi ha già prodotto una memoria immunologica e può contrastare con una immediata risposta protettiva un successivo incontro con l’agente infettivo. Le prime infezioni diventano, quindi, spesso malattia, contribuendo al problema delle infezioni ricorrenti. Il bambino con IRR non va incontro a ripetuti gravi episodi generalizzati a carico di altri distretti (cute, digerente, sistema nervoso centrale) oltre a quello respiratorio.
I fattori ambientali sono fondamentali nell'innesco delle IRR. Il principale è costituto dall'immissione precoce in comunità infantili. L’immissione nelle scuola materna ed ancora più nell’asilo nido aumentano la densità di rischio di incontrare patogeni delle vie aeree e quindi il rischio di sviluppare malattia, accresciuto dalla ridotta capacità del bambino di passare l’infezione in maniera asintomatica.
Anche in assenza di altri fattori ambientali favorenti, la socializzazione raddoppia il numero di malattie da infezione delle vie aeree. E' stato ampiamente dimostrato che il numero degli episodi di malattia da infezione delle vie aeree aumenta in proporzione con il numero dei bambini che frequentano l'asilo nido o la scuola materna, mentre è inversamente proporzionale all’età ed alle dimensioni degli ambienti.
Coloro che fumano in ambienti frequentati dal bambino costituiscono il secondo fattore di innesco delle IRR. Il fumo passivo di tabacco determina nel bambino un’aumentata frequenza di malattie da infezione delle vie aeree (un incremento superiore al 50%), di tosse cronica, di crisi broncostruttive, di ospedalizzazione e di morte per patologia dell’apparato respiratorio. Il danno da fumo passivo nel bambino è essenzialmente legato ad un’inibizione dei meccanismi difensivi delle vie aeree, quali l’epitelio ciliato ed i macrofagi alveolari. Inoltre il fumatore, spesso bronchitico cronico, rappresenta un inesauribile serbatoio di patogeni per il bambino. Non esistono differenze in questo senso per bambini di genitori che ammettono di fumare in qualunque ambiente domestico ed i bambini i cui genitori sostengono di fumare in ambiente domestico ma lontano dal bambino. Ciò dipende da un insieme di fatti: l'affermazione dei genitori spesso non corrisponde alla verità, i prodotti generatisi dalla combustione del tabacco persistono negli ambienti per oltre 24 ore e passano facilmente da un ambiente all'altro, e ben difficilmente vi sono aree di casa che non siano frequentate dal bambino. Anche l’inquinamento ambientale rappresenta un fattore favorente l’insorgenza di IRR, con meccanismo analogo all’inalazione passiva di fumo di tabacco.
A differenza dei fattori ambientali, i fattori immunologici hanno un ruolo pressoché nullo nell’innesco delle IRR. E' definitivamente appurato che il bambino con IRR non ha condizioni macroscopiche di difetto immunitario. Di volta in volta sono stati descritti deficit molto selettivi che sono rari e legati ad infezioni da germi specifici. In alcune casistiche di bambini con IRR sono stati invece rilevati bassi livelli di alcune classi di immunoglobuline, in particolare IgA ed IgG. Il significato clinico del difetto di queste ed altre componenti del sistema immunitario resta ancora da definire; esistono tuttavia già varie evidenze della scarsa consistenza di questo difetto nel determinismo delle IRR.
Alterazioni immunologiche modeste, sono invece dovute all’immunodepressione
provocata da germi e prevalentemente da virus.
A. Giustardi, F. Maccallini, A. Semjonova
Rivista Italiana online "La Care" Vol 4 No 1 anno 2016- pagina 15
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