Le caratteristiche dei cambiamenti posturali e della colonna nelle donne in gravidanza
M. Trabalza, A. Eliasova
È oramai noto che, con la gravidanza il corpo si modifica, si trasforma, con una strabiliante efficienza per ospitare la vita. La gravidanza comporta una serie di modificazioni evolutive ed adattive, che coinvolgono l'intero corpo femminile. In questo breve articolo esamineremo come l’apparato muscoloscheletrico si modifichi in base alla nuova postura assunta.
Durante la gravidanza la massa corporea delle donne aumenta per l'incremento dei tessuti localizzati soprattutto nella parte bassa del tronco. A seguito di tali modificazioni il centro di gravità tende a spostarsi in avanti, causando una risposta posturale da parte della donna, con evidenti cambiamenti nella posizione del capo, delle spalle, delle ginocchia e della colonna, rilevabili nella posizione eretta sul piano sagittale (Paul J.A., Frings-Dresen M.H., 1996). Si assiste quindi ad un aumento della lordosi lombare, della cifosi dorsale e della lordosi cervicale.
Anche altri autori sostengono che l’aumento del peso in particolar modo concentrato nella parte addominale possa determinare uno spostamento anteriore del baricentro corporeo con conseguente antiversione del bacino, aumento della lordosi lombare in concomitanza dell’aumento dell’angolo di inclinazione del piatto sacrale rispetto al valore fisiologico sottoponendo la cerniera lombo-sacrale ad un aumento di carico e ad un affaticamento di strutture come dischi e legamenti.
Infatti anche se l’apparato muscolare e la statica vertebrale
si adattano alla modificazione dei baricentri dei vari segmenti corporei (bacino, torace, capo) e trovano un nuovo equilibrio, nel disequilibrio, la colonna vertebrale subisce notevoli aggressioni di instabilità che spesso generano dolore rachideo (Raimondi P., Santos S., Martinelli E., Lo Monaco C., Prosperini V.).
Un fattore non trascurabile per la perdita di stabilità rachidea è la diminuzione del tono addominale in seguito alla diastasi di tali muscoli che per adeguarsi ai cambiamenti di volume del feto perdono la loro funzione di stabilizzatori del bacino. (Raimondi P., Santos S., Martinelli E., Lo Monaco C., Prosperini V.).
Sempre secondo altri autori, l'adattamento del bacino in antiversione comporta una serie di conseguenze: la diminuzione del raggio di mobilità dell'anca e l'aumento del momento torsionale dell'ileo sul sacro.
In tal modo tutta l'unità funzionale (pelvi, colonna lombare ed anche) viene influenzata instaurandosi una riduzione della mobilità spinale (Loebl W., 1967) con un aumento del sovraccarico rachideo il quale non sembra generato tanto dall'aumento di peso o dal lavoro, a volte asinergico della muscolatura, quanto dall'assetto che la colonna vertebrale e le articolazioni sacro-iliache sono costrette ad assumere, dall'aumento della lassità del tessuto collagene per opera dell'azione ormonale, del cambiamento dei vincoli muscolo-scheletrici degli erettori della colonna, sia dal sacro e dall'ileo che inserendosi sulle vertebre lombari e toraciche, si oppongono alla flessione anteriore causata dal peso del tronco.
Per quanto riguarda il lavoro asinergico della muscolatura bisogna sottolineare che tendini, legamenti e articolazioni del cingolo pelvico debbono adattarsi a tutte le variazioni biomeccaniche della gravidanza. In tal modo il lavoro muscolare tende a divenire asinergico e anti-ergonomico, con gravi ripercussioni sul lavoro vettoriale dei muscoli. Per la natura stessa della gestazione si perde il rapporto coordinativo tra i muscoli multifido, diaframma, trasverso dell'addome e pavimento pelvico. Di conseguenza tale cingolo perde la sua stabilità.
Oltre ai cambiamenti che riguardano la componente superiore del corpo, è importante analizzare la posizione più arretrata delle anche, ottenuta con un aumento della flessione delle caviglie e delle ginocchia, rispetto alle donne in uno stato di non gravidanza; tutto ciò causa un aumento del carico sul retropiede. Tutti questi aggiustamenti posturali determinano un sovraccarico della fascia lombare e della colonna in toto (MacEvilly M., Buggy D., 1996).
Studi più recenti ad esempio, suggeriscono la possibilità che la capacità funzionale del tronco durante la deambulazione declina in gravidanza (Sawa, Doi, Asai, Watanabe, Taniguchi, Ono
2015).
M. Trabalza, A. Eliasova
Rivista Italiana online "La Care" Vol 4 No 1 anno 2016- pagina 20
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