L’uomo deve esserci sempre soprattutto durante il travaglio, una fase fondamentale della vita in cui è necessaria una forte partecipazione affettiva. Le coppie non dovrebbero negarsi questa esperienza.
Nella metà dei casi l’uomo piange dopo il primo vagito.
Il ruolo paterno può essere visto sotto un ottica diversa, quello di costituire una funzione di “protezione”, cioè in grado di compensare il danno derivato dalla relazione madre-bambino basato su un legame insicuro, fungendo come una risorsa da non sottovalutare prendendo in considerazione che qualche volta, può esser la risposta a quei comportamenti disfunzionali messi in atto dal bambino.
A questo punto, non resta altro che concordare sulla fondamentale presenza di un padre all’interno della famiglia, essenziale non solo in tutte le fasi della crescita del figlio, ma anche nella costruzione della sua identità. Si ritiene, pertanto, che la sua funzione sia “diversa” nel rapporto con la femmina e con il maschio: l’assenza della figura paterna produce una ferita relazionale in una figlia ed una ferita d’identità in un figlio. Questo perché il padre, in entrambi i casi,contribuisce a creare stabilità, affettività e sicurezza. Si è anche dimostrato come tale assenza, a livello psicologico produce nella personalità del figlio una lacerazione del proprio sentimento di appartenenza e un vuoto nei processi di identificazione così necessari per maturare. Da ciò, si deduce una certa emergenza nell’affrontare questioni delicate, sulla presenza e importanza della figura paterna, che non possono più esser prese con superficialità e banalità, ma al contrario, l’auspicio e che si diffonda una nuova cultura del paterno – infantile, diventando oggetto di studio a pieno titolo nelle teorie e nei modelli di età evolutiva, e che sia riconosciuto nei servizi di cura per l’infanzia, che non possono esser definiti più materno – infantile.
Nell’ultimo periodo si assiste ad un’accelerata dei processi di sostegno e
appoggio nei confronti di tale figura. Basti pensare alle diverse misure di
sostegno genitoriali, pronte a promuovere una cultura di maggiore condivisione
dei compiti di cura dei figli all’interno della coppia, come anche percorsi
creativi svolti all’interno di scuole d’infanzia per riflettere sull’importanza
del ruolo educativo del papà. Non solo, ma è nato anche il congedo obbligatorio
per il padre, entro 5 mesi dalla nascita del figlio, a dimostrazione del fatto
che, il padre c’è e ci deve essere, ed proprio per questo che non può esser
considerato una figura messa in un angolo.
Questa trasformazione dei padri come sostengono molti sociologi è, puramente virtuale, teorica , non confermata
dalle ricerche, nonostante alcune indagini mostrino come vi è nei padri un’elevata percentuale di coloro che partecipano con la propria compagna ai corsi di preparazione parto, che non mostrano alcun disagio nell’accudimento dei figli. E’ sorprendente di come la società si stia ribellando al vecchio modello di figura paterna e stia cercando di far ritrovare una nuova identità e personalità di padre non più legato all’informalità , all’assenza da casa o come detentore di verità assolute, che ne faceva un modello intoccabile e rispettabile, ma di un padre con dei sentimenti e responsabilità sufficienti per esser considerato una colonna portante delle relazioni familiari.
E’ necessario che il padre venga ritrovato non solo dal contesto sociale e familiare ma anche dai mass media, istituzioni (Congedo paternità per nascita figlio: novità 2016), sottolineando quelle trasformazioni già in atto delle famiglie e convenendo sul fatto che il padre è una risorsa oltre che un elemento peculiare nella gerarchia familiare.
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