Dolore e stress dopo parto spontaneo e cesareo
abstrac relazione IV Congresso Nazionale AICIP: Dal Feto al Neonato 2017
V. Zanardo
Introduzione
La dimissione precoce dopo il parto vaginale fisiologico è diventata pratica sempre più frequente, attuata in particolar modo nel mondo industrializzato, anche se la presa in carico del dolore e dello stress post-partale della neomamma risulta ancora un obbiettivo difficile da controllare sia in termini di dimissione in sicurezza.
La dimissione precoce dopo taglio cesareo è invece pratica d’élite, più complessa e più difficilmente realizzabile per il contestuale ritardato recupero psicofisico dopo un intervento chirurgico maggiore.
In un momento storico poi come questo, caratterizzato da una pandemia di tagli cesarei in costante aumento, abbiamo ritenuto importante poter quantificare quantitativamente e qualitativamente la condizione psico-fisica materna al momento della dimissione a 36 ore dopo il parto, vaginale o cesareo.
Obiettivi
Con il presente studio abbiamo voluto testare con strumenti psicofisici internazionali validati, il dolore e lo stress nelle puerpere a 36 ore dal parto, contestualmente alla dimissione; ritenendo la conoscenza delle percezioni e degli stati psico-fisici delle neomamme essenziale per l’umanizzazione della cura e per un corretto piano di intervento.
Metodi
Nel presente studio clinico osservazionale, sono state coinvolte 120 madri in dimissione a 36 ore dal parto, 60 dopo parto cesareo e 60 dopo parto vaginale, comparabili per parità, età gestazionale ed età (±2 anni).
Tutte le donne coinvolte avevano una buona padronanza della lingua italiana, avevano avuto una gravidanza singola, a termine ed avevano partorito un neonato sano ed eutrofico.
3 sottoscale: la prima, Valutativa, legata ad una descrizione cognitiva del dolore; una seconda Affettiva costruita invece per indagare gli aspetti emotivi legati al dolore percepito, ed una Sottoscala Sensitiva che permette una descrizione più “epidermica” e quindi sensoriale del dolore.
A seguito di una breve intervista con lo psicologo clinico, ad ogni donna è stato chiesto di compilare due questionari, il test per lo stress (Mesuredu Stress Psychologique (M.S.P), Lemyre, Tessier, e Fillion, 1990), composto da 49 domande a scelta multipla, che individua le emozioni e le sensazioni riguardante lo stress percepito, ed il test del dolore (McGillPainQuestionnaire (MPQ), Melzack e Torgerson, 1987), che principalmente consente la lettura scomposta in
Inoltre contiene una scala VAS riguardante il dolore generale (range 0-5).
Risultati
I risultati del test MSP ci hanno mostrato un dato mai esplicitato prima dalla letteratura scientifica, ovvero come i livelli di stress percepito dalle donne, siano significativamente più alti in quelle che hanno partorito per via vaginale rispetto alle donne che partoriscono con taglio cesareo (111.57 ±31.85 vs 125.48 ±29.10 rispettivamente parto cesareo e vaginale, p =0.04).
I risultati MPQ sul dolore hanno mostrato invece come il dolore percepito sia significativamente maggiore nelle madri che hanno affrontato un parto cesareo rispetto a quelle che hanno partorito per via vaginale (9.82 ±5.12 vs 7.32 ±5.32, rispettivamente parto cesareo e vaginale,p= 0.014), in tutte le sottoscale individuate, con una significatività statistica nella sottoscala Valutativa (1.45 ±1.64 vs 1.72 ±1.73,rispettivamente parto cesareo e vaginale,p =0.004) e Sensitiva (0.77 ±0.49 vs 0.96 ±0.50, rispettivamente parto cesareo e vaginale,p =0.026).
Solamente la sottoscala riguardante la sfera Affettiva è risultata statisticamente comparabile tra i due gruppi di studio.
Il parto cesareo presenta una Media VAS significativamente più alta (3.587±1.05 vs 2.25 ±1.24, p <0.0001).
La zona maggiormente coinvolta nella descrizione fisica del dolore, è risultate essere l’addome inferiore per la totalità di donne che avevano affrontato il taglio cesareo, associando a questa però anche in 1 caso su 3, schiena, seno e spalle. Il dolore genitale è invece quello coinvolto nella maggior parte delle donne dopo parto vaginale, con 3 donne su 4 che presentano anche localizzazioni dolorose associate a emorroidi, schiena, braccia e gambe.
V. Zanardo
Rivista Italiana online "La Care" Vol 8 No 2 anno 2017- pagina 11
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