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Overview sul bonding

A. Giustardi, A. Semjonova
Il bonding è un dialogo, un’esperienza fisica, emozionale, ormonale e relazionale tra madre, bambino e padre, un percorso articolato e complesso che inizia nel periodo prenatale, si consolida alla nascita e continua durante il primo anno di vita.

Molteplici variabili influiscono sul suo divenire: l’ambiente, le caratteristiche genitoriali, il tipo di parto, lo stato di salute della mamma o del bambino. Numerose ricerche hanno messo in evidenza come sia possibile favorire il bonding.
Tra i vari metodi di fondamentale aiuto è il “contatto pelle a pelle” ovvero la procedura che consiste nel lasciare, nelle ore successive al parto, il neonato ancora nudo fra le braccia della mamma.
Questo perché le primissime ore dopo il parto sono il periodo più sensibile per lo stabilirsi di un rapporto intimo e profondo in cui la madre e il bambino si sintonizzino in un dialogo che inizia dal corporeo e si sviluppa in un linguaggio unico, specifico per quella coppia.
La separazione diviene quindi dolorosa, non soltanto da un punto di vista fisico, ma anche psicologico e il contatto fisico precoce con il proprio bambino può aiutare a ricostruire quei fili relazionali, interrotti dall’esperienza del parto, favorendo un senso di continuità rispetto alla vita intrauterina e l’emergere delle proprie competenze materne.
Numerosi studi in letteratura hanno dimostrato come questo precoce contatto pelle pelle influenzi positivamente l’adattamento del neonato all’ambiente extrauterino e l’avvio e il mantenimento dell’allattamento
al seno.
La coppia padre-madre risulta in equilibrio fra stabilità e cambiamento dipendendo da fattori processuali specifici: in particolare la disponibilità reciproca a lasciare indietro le forze generatrici, che hanno dato ad entrambi quella particolare visione del mondo ed attitudine comportamentale, per assumere nuovi punti di vista derivanti dall'accoppiamento fra i due.
La nascita del figlio è, in questo senso, fondamentale: la capacità dei tre di risuonare sincronicamente, senza deludere le aspettative delle famiglie di origine, ma differenziandosi da esse in modo equilibrato è, per il modello sistemico, il compito di sviluppo più importante, il cui non ottemperamento porta la base di profonde ferite psicosomatiche e relazionali.
Tutto questo ci porta al sistema di co-creazione del meccanismo di attaccamento, avente come obbiettivo la protezione della intimità: è la sinergia fra geni e ambiente, fra persona e sistema di riferimento che determina il buon esito del processo.
Al clinico sta dunque il difficile compito di valutare e focalizzare l'attenzione su un singolo elemento, mantenendo una visione globale sulla complessità dei fenomeni con cui si esprime il particolare che in quel momento si sta esaminando.
Gli esseri umani hanno una predisposizione innata a formare relazioni con le figure genitoriali primarie. Queste relazioni si formano nel periodo prenatale e durante il primo anno di vita del bambino ed hanno la funzione di proteggere la persona “attaccata”.
Il comportamento di attaccamento è definito come ogni forma di comportamento che tende a ottenere o a mantenere la vicinanza con un’altra persona. Nel bambino esso è rappresentato da segnali quali il sorriso, la vocalizzazione o il pianto e, quando il sistema motorio è più maturo, da comportamenti di avvicinamento, come dirigersi verso la figura di accudimento. Questi comportamenti sono innati e lo dimostra il fatto che bambini ciechi e sordi dalla nascita mostrano un’ampia varietà di comportamenti normali, incluso ridere, piangere, balbettare… e le tipiche espressioni facciali di paura, rabbia e tristezza.
Il comportamento di attaccamento è innescato dalla separazione o dalla minaccia di separazione dalla figura di attaccamento e viene inibito per mezzo della vicinanza che, in base alla minaccia, varia dal semplice essere in vista, alla vicinanza fisica senza contatto accompagnata da parole di conforto, all’essere tenuti stretti e coccolati.
A. Giustardi, A. Semjonova
Rivista Italiana online "La Care" Vol 9 No 3 anno 2017- pagina 30 - Avanti »