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Influenza del taglio cesareo su bonding ed emozioni materne
F. Volpe, L. Giliberti, G.Soldera, A. Giustardi, R. Maione, G. Straface, V. Zanardo
Divisione di Medicina Perinatale, Policlinico Abano Terme, Abano Terme, Italy
Tuttavia, le prove sulla natura di questi cambiamenti restano equivoche e le relazioni tra parto, bonding e puerperio necessitano di ulteriori studi per determinarne la validità. [13]
E’ opportuno, poi, osservare la rilevanza contestuale di queste determinanti per la nostra popolazione di puerpere, che sono rappresentative di elevato status socio economico, livelli di istruzione avanzati, bassa e tarda fertilità, e un tasso di tagli cesarei medio-alto. Lo studio intrapreso ha quindi studiato un gruppo di riferimento di puerpere attraverso il Mother-To-Infant Bonding Scale (MIBS, Taylor et al. 2005) [14], per determinare gli effetti della modalità di parto (vaginale e cesareo, quest’ultimo successivamente scomposto in elettivo e di urgenza) sul bonding e sulle emozioni materne.

Materiali e metodi

Il seguente studio prospettico osservazionale è stato condotto presso il reparto di maternità della Divisione di Medicina Perinatale del Policlinico Abano Terme, che conta circa 1000 nascite per anno, con una prevalenza di tagli cesarei di circa 25%, tra settembre 2014 e aprile 2015, dopo approvazione del Comitato Etico.
Il gruppo di studio consisteva in 573 madri di neonati singoli, sani e a termine, in regime di rooming-in come da prassi. Le donne che avevano scarsa padronanza dell’italiano, sottoposte ad anestesia generale, in trattamento per disturbi psicologici o con i bambini ricoverati in terapia intensiva neonatale, sono state escluse dallo studio.
Le neomamme, dopo consenso informato, hanno risposto a domande sullo status socio-demografico, storia ostetrica, abitudine al fumo e all’alcol, e pratiche di allattamento in atto. Per i neonati sono stati raccolti i seguenti dati: età gestazionale, peso alla nascita, sesso, modalità di parto. Lo strumento d’indagine psicologica utilizzato, il Mother-to-Infant-Bonding Scale (MIBS;. Taylor et al, 2005) è una scala di auto-valutazione ad 8 item, che descrive “ciò che una madre sente nei confronti del suo bambino”. [14] Ogni item (Amore, Risentimento, Apatia, Gioia, Dispiacere, Protezione, Delusione e Aggressività) descrive un'emozione, un sentimento che la madre può provare verso il suo bambino ed è valutata su una scala Likert a 4 punti, che va da "molto" (0) a "niente" (3). Il range per il punteggio totale è 0-24. Emozioni positive e negative hanno punteggio opposto. Alti punteggi indicano un peggior bonding. L'alfa di Cronbach per il questionario è 0,71. Un punteggio MIBS ≥ 2 ha dimostrato indicare una
carenza di bonding ed è stato utilizzato come cut-off in questo studio. [15]
Le partecipanti hanno completato il MIBS nel secondo giorno post-partum, prima della dimissione. Ulteriori dettagli di nursing sono riportati altrove [16].
Le madri sono state raggruppate in base alla tipologia di parto. Tutti gli item sono stati calcolati con statistiche descrittive standard come medie e deviazioni standard. Per l'analisi statistica, i dati categorici sono stati analizzati con il test χ2, mentre i dati continui sono stati analizzati mediante test t di Student, utilizzando il pacchetto statistico per il software di Scienze Sociali per Windows, versione 15.0 (SPSS Inc., Chicago, IL). Una p <0.05 è stata considerata statisticamente significativa.

Risultati


Le caratteristiche antropometriche e cliniche delle madri e dei bambini sono riportati in tabella 1.
Le donne partecipanti (M, Ds) erano di età compresa tra i 18 ei 46 anni (33.18 ±4.71). Il 10.99% aveva un’istruzione primaria, il 50% il diploma di scuola superiore, il 13.61% la laurea, e il 22.30% il diploma post-laurea. L’0.87% delle donne era single, il 57.70% era sposato ed il 38.90% convivente. La settimana gestazionale media era 39.19 ±1.26; i neonati erano per il 46.77% maschi e 52,87% femmine. Il peso medio neonatale era 3092 ±451 g, la lunghezza media era 50 ±1.88 centimetri e la circonferenza cranica era 33.9 ± 3.44 centimetri. Il 55.84% delle madri erano primipare, il 34.20% secondipare, e il 9,4% terzipare.
Le madri che hanno partorito per via naturale erano 419 (73.12%), le madri che hanno affrontato un taglio cesareo erano 154 (26.87%); di questi 73 (12.73%) erano elettivi e 81 (14.13%) di urgenza. Le caratteristiche antropometriche delle partecipanti allo studio erano paragonabili e quindi non hanno influenzato in modo significativo la modalità di parto.
Il punteggio globale e delle sottoscale del MIBS nei gruppi sono riportati in tabella 2 e 3.
Il punteggio medio MIBS è risultato significativamente più elevato nelle donne che affrontavano un taglio cesareo (0.76 ± 1.35; p = 0.01), rispetto alle madri che partorivano per via vaginale (0.50 ± 1.05). Andando ad indagare, nello specifico, le due tipologie di cesareo, quello d’urgenza (0.92 ±1.50) è risultato più elevato rispetto a quello elettivo (0.67 ± 1.14) e statisticamente significativo rispetto al parto vaginale (p <0.001)
F. Volpe, L. Giliberti, G.Soldera, A. Giustardi, R. Maione, G. Straface, V. Zanardo
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