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Update: Disturbi Respiratori nel Sonno in età infantile
Di grande interesse è poi lo studio che ha analizzato il rapporto tra la qualità dell'aria e la prevalenza del russamento abituale nei bambini in età scolare in cinque distinti quartieri di Teheran, caratterizzati da notevoli differenze nella composizione dell'aria e, conseguentemente, nella concentrazione di inquinanti atmosferici (Kheirandish-Gozal L., et al. 2014). È stata riscontrata un'associazione statisticamente significativa tra la prevalenza del russamento abituale e l'inquinamento atmosferico ambientale, anche considerando l'influenza di altri fattori, come l'età, il sesso, la storia clinica, i componenti della storia familiare.
Riguardo all’OSAS, vi sono al momento pochi studi in letteratura per definire univocamente una correlazione tra la presenza di inquinamento e gravità di tale disturbo.
Sarà pertanto utile in futuro proseguire nello studio di tali disturbi valutando le correlazioni con i fattori ambientali ed anche le eventuali alterazioni genetiche che possono essere presenti.
La gravità del tipo di OSAS dipende dall’interazione di tre fattori di rischio che comprendono la severità dell’OSAS, i fattori ambientali e la familiarità ed è ulteriormente peggiorata dall’obesità.
La prevalenza dell’obesità è in aumento in tutto il mondo, sia nell’adulto sia nel bambino; in ogni fascia di età pediatrica la prevalenza del sovrappeso è all’incirca triplicata negli ultimi 30 anni. Inoltre va sottolineato che circa il 60-85% dei bambini obesi rimane obeso anche in età adulta. L’Italia è in testa alla classifica europea dell’obesità infantile con oltre un milione di piccoli obesi di età compresa fra i 6 e gli 11 anni.
L’obesità è una condizione per la quale gli abbondanti depositi di tessuto adiposo a livello delle vie aeree superiori, gabbia toracica e addome favoriscono la riduzione della ventilazione minuto, dei volumi e della capacità polmonari statica e dinamica.
L’insieme delle modificazioni della funzione respiratoria favorite dall’obesità e di quelle determinate fisiologicamente dal sonno spiega la stretta relazione esistente tra disturbi respiratori nel sonno e l’obesità ed in particolare, tra OSAS e obesità.
La prevalenza di OSAS tra i soggetti obesi è maggiore rispetto alla popolazione generale. Gli studi indicano valori di prevalenza variabili tra il 14 ed il 18%. (Alonso-Álvarez Terán-Santos M.L., Ordax Carbajo E., et al., 2015).

Per il trattamento dei disturbi descritti, la letteratura recente ha posto l’attenzione sul ruolo della infiammazione nella genesi dei disturbi respiratori nel sonno rafforzando l’indicazione ad un approccio basato sull’utilizzo di farmaci antinfiammatori per uso locale.
Tali farmaci possono essere considerati un’alternativa all’adenotonsillectomia, trattamento di prima scelta nella terapia dei bambini con OSAS, in quanto riducono le dimensioni delle tonsille e migliorano i sintomi.
È importantissimo diagnosticare e trattare i disturbi respiratori del sonno appena iniziano i primi sintomi, per prevenirne le complicanze.
I cardini della terapia dell’OSAS sono la terapia medica, l’adeno-tonsillectomia, la terapia con apparecchi dentari e la ventilazione meccanica non invasiva.
Il primo approccio alla gestione del bambino con disturbi respiratori nel sonno è rappresentato, inizialmente, dalla gestione della eventuale malattia di base, costituita principalmente dall’obesità e dall’allergia.
Nell’ultimo decennio alcuni Autori hanno proposto l’uso di farmaci corticosteroidi topici intranasali nel tentativo di ridurre la massa adenoidea, inibire la risposta infiammatoria e preservare, in tal modo, un tessuto con funzioni di difesa per l’organismo evitando al bambino i rischi connessi all’intervento chirurgico.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 11, Numero 1-2, anno 2018
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