Prevenzione dalle carie in età infantile
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Foto 4: Applicazione del sigillante |
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Foto 5: Polimerizzazione con lampade alogene, LED o al plasma per circa 30-40 sec.
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Foto 6: Controllo dell’occlusione e rifinitura. |
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Foto 7: Esempio di sigillatura. |
La sigillatura come pratica clinica è considerata parte integrante di un programma globale di prevenzione della patologia cariosa unitamente a controlli clinici periodici, corretta igiene orale, adeguata alimentazione e assunzione di fluoro. E’ noto che il fluoro, pur avendo rappresentato una svolta nelle strategie di prevenzione delle carie negli ultimi cinquant’anni, esplica la sua azione protettiva sulle superfici lisce del dente e non su quelle complesse dei denti policuspidati. Per salvaguardare queste zone negli anni Sessanta sono state introdotte tecniche di sigillatura con l’uso della mordenzatura dei solchi, e nel 1971 l’American Dental Association (ADA) ne ha riconosciuto l’efficacia clinica. Negli ultimi anni molti lavori scientifici hanno ampliamente dimostrato come più dell’80% delle lesioni cariose sviluppate da soggetti in età compresa tra 5 e 17 anni hanno origine dalle irregolarità dello smalto presenti sulla superfice masticatoria dei denti e come 74% dei molari permanenti trattati con questa metodica preventiva si sia mantenuto sano a distanza di 15 anni. Il sigillante è un materiale fluido che applicato alle superfici dei denti determina una barriera fisica nei confronti di batteri cariogeni, dei prodotti del loro metabolismo e dei residui alimentari che tendono ad incunearsi all’interno dei solchi e delle fossette occlusali causando l’insorgenza di carie.
L’approccio alla patologia cariosa include sia la prevenzione primaria, volta a evitare l’insorgenza delle lesioni, sia la prevenzione secondaria, tesa a impedirne lo sviluppo in fase iniziale non cavitaria. I sigillanti sono considerati una misura preventiva primaria, in quanto formano una barriera fisica rispetto ai batteri e ai residui alimentari che si accumulano specie nei colchi e nelle fossette dei denti sani. Tuttavia, risultano ugualmente efficaci come metodica di prevenzione secondaria, nell’arrestare la progressione delle lesioni cariose
in assenza di segni di cavitazione.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 11, Numero 1-2, anno 2018
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