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Neonato prematuro:
kangaroo care e importanza dell’allattamento al seno
problematica abbia lasciato conseguenze durature.
Carenza di informazione e messaggi consolatori fuorvianti: è ormai noto che una buona calata lattea si ottiene iniziando la stimolazione del seno nelle prime 6 ore dopo il parto; qualora il neonato fosse ricoverato in patologia neonatale o in TIN, tale stimolazione deve avvenire, necessariamente, in modo artificiale con il tiralatte. Le mamme dei nostri bambini spesso effettuano un parto cesareo o comunque riescono a salire in reparto solo il giorno dopo il ricovero del neonato, se non più tardi; se nel frattempo è mancato un intervento ostetrico, avviene un ritardo di informativa che può causare una difficoltà maggiore nella produzione di latte, che, a sua volta, può scoraggiare la madre e farla desistere più facilmente dall’insistere o continuare la stimolazione del seno. Se a questo si aggiungono messaggi fuorvianti come ‘il latte artificiale va bene lo stesso’ la demotivazione si accresce, questi messaggi infatti, se da una parte vogliono rassicurare ed alleggerire la mamma da un ulteriore onere, dall’altra fanno sì che ella si senta, in seguito, ancor più fallimentare perché ‘non è riuscita nemmeno a produrre il latte necessario’.
Mancato allattamento al seno: tutte le mamme dei nostri piccoli ricoverati affrontano uno shock da parto prematuro (spesso) e da separazione improvvisa e dolorosa dal proprio bambino malato. In tutti le mamme dei bimbi ricoverati coesistono sentimenti contrastanti di ansia, speranza, senso di colpa, depressione, impotenza, paura e rabbia retroflessa. Questi sentimenti difficilmente sono compresi ed espressi in maniera consapevole, spesso è presente una grossa autocritica materna, il cui risultato rende la mamma ‘incapace’. Incapace di portare avanti una gravidanza, incapace di far nascere sano il proprio bambino, incapace di prendersi cura del proprio piccolo, incapace quindi di essere una ‘buona mamma’. Avviene così inconsciamente una delega di accudimento e di cura agli operatori sanitari, essi sì ‘capaci’ di far fronte alle necessità del piccolo nato.
Tale delega a volte diventa totale e le mamme preferiscono mettersi da parte ed evitare di ‘stressare’ il bambino cercando di allattarlo al seno. Non si sentono in grado di comprenderlo e di accudirlo, preferiscono ‘aspettare che cresca’ prima di riappropriarsi del proprio ruolo genitoriale. Se tale situazione si protrae nel tempo, diviene difficile instaurare l’allattamento al seno perché ‘il latte non è arrivato’, ‘il bambino si è abituato al biberon’, ‘il seno è faticoso e non serve a farlo crescere perché non prende la quantità prescritta’. Tali convinzioni, se non contrastate, possono mettere radici profonde e convincere la mamma di non essere in grado di fare ciò che fanno naturalmente le altre mamme, come se fosse compromesso il naturale istinto materno, che normalmente guida nel prendere in braccio, attaccare al seno, ascoltare ed imparare a conoscere il proprio bambino.
Rifiuto del bambino malato, depressione: in alcuni casi la nascita del neonato può essere coesistente con eventi fortemente traumatici come: il rischio di vita materno (come nelle gravi gestosi o nelle CID), oppure la perdita di un gemello; altre volte il neonato è così prematuro da non assomigliare affatto all’immaginario comune con cui la mamma si è confrontata per i mesi della gravidanza. Queste, o altre, situazioni estreme rendono difficile la fase di ‘riconoscimento madre-figlio’ che normalmente avviene nelle prime ore dopo la nascita. La mamma non ha modo o non riesce a riconoscere come suo il neonato che si trova di fronte e rimane così distaccata, incapace di toccarlo o di parlargli, in uno stato depressivo invasa dal dolore e/o dalla paura di questa esperienza che si trova a vivere impreparata e difficilmente comunicabile ad altri.
Dimissione precoce:
Prima del 2000 nel nostro reparto i prematuri in buone condizioni venivano dimessi al raggiungimento dei 2400-2500 g di peso e in altissima percentuale erano allattati al seno.
La dimissione anticipata intorno ai 2000g o anche meno ha fatto crollare
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 11, Numero 1-2, anno 2018
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