Neonato prematuro:
kangaroo care e importanza dell’allattamento al seno
coinvolgimento del
genitore nell’accudimento del neonato. È ormai acquisito infatti che tali aspetti della care
personalizzata devono viaggiare insieme per poter prendersi cura del neonato a tutto
tondo.
Formazione continua: abbiamo organizzato a partire dal 2009 attività di
formazione continua di tutto il personale della UOC (medici, infermieri,
psicologi, ausiliari) per potere effettuare un’assistenza uniforme con tutti i
genitori che transitano nel nostro reparto. Questi incontri sono frutto del
lavoro di mini-gruppi di équipe (3 infermieri e 2 medici) che
approfondiscono e si aggiornano su un tema e poi lo riportano agli altri membri dell’equipe durante incontri di 30-45 minuti che si svolgono in reparto, durante il turno di lavoro dei vari operatori, compatibilmente coll’attività e la routine lavorativa.
Siamo riusciti a far accreditare anche con ECM tale formazione, che consente di affrontare diverse tematiche
inerenti l’attività assistenziale del neonato, senza richiedere presenze aggiuntive al
personale. I temi trattati sono 5 ogni volta (uno per ogni gruppetto di lavoro), riassunti in
semplici slides sulle quali si può instaurare informazione e confronto tra operatori con
competenze complementari. Attualmente il gruppo di lavoro sull’allattamento ha come
obiettivo di formazione il passaggio dal gavage al seno evitando il passaggio al biberon.
Rebonding: tecnica sperimentata dal prof. A. Giustardi, consiste nel ricreare il rapporto tra
madre e bambino nei piccoli in cui il tradizionale bonding è venuto a mancare alla nascita
per motivi clinico-assistenziali. Favorisce in modo importante la ricerca del seno ed il
conseguente allattamento. Nella nostra UOC è stato adottato per alcuni casi di grossi
prematuri con successo e si conta di aumentarne l’utilizzo come facilitazione per il
bambino. Il piccolo viene immerso in un catino di acqua calda per qualche minuto e dato
subito alla mamma bagnato. La ricerca del seno è immediata, il piccolo si arrampica
letteralmente sulla mamma ricercando la posizione ed inizia a succhiare.
Si può proporre
esclusivamente purtroppo in situazioni ambientali favorevoli, temperatura adatta, scarso
traffico, ambiente tranquillo, luci soffuse; pertanto il suo impiego va programmato e
tutelato.
Marsupio-terapia (KMC): la strategia regina per promuovere l’allattamento al seno è il
Metodo Marsupio, ormai adottato in tutte le TIN, anche se con modalità diverse. I benefici
della Marsupio sono molteplici sia per la madre che per il bambino, a breve e a lungo
termine. Esiste una corposa letteratura in materia, con studi portati avanti in tutte le aree
del mondo, sia sviluppate che non, e tutti i risultati sono pressoché unanimi nelriconoscere una più alta percentuale di allattamento, e più protratto nel tempo, nelle madri
che hanno praticato la Marsupio rispetto a chi non l’ha praticata. Questi risultati sono tutti
relativi a studi antecedenti al 2000, perché ormai la Marsupio è talmente diffusa che è
ormai quasi impossibile trovare un centro di TIN che non incoraggi la Marsupio e di
conseguenza non sono quasi più disponibili i neonati di “controllo” per fare paragone tra
chi la fa e chi no, ma solo tra chi la fa di più e chi di meno. Questa metodologia, inventata
da due pediatre colombiane, Martinez e Rey, diventata strategia di sopravvivenza
adottata in tutti i paesi poveri del mondo, viene attualmente utilizzata per
ricreare il legame fisico e psichico con la mamma interrottosi prematuramente.
Nella nostra UOC è stata implementata di molto la possibilità di impiego della
KMC, garantendo al nucleo più tempo a disposizione e migliori condizioni. La
utilizziamo nei bambini a partire dalle 28 settimane di età gestazionale purché
stabili dal punto di vista respiratorio, anche se in ventilazione assistita e/o
in ossigenoterapia. In questi casi il bambino viene posto in postura prona sulla
mamma. A partire dalla 30ª settimana di e.g. nella nostra TIN viene suggerito
alle madri di variare la posizione del bambino durante la Marsupio; dalla
classica posizione prona torace contro torace, se il neonato è abbastanza
stabile dal punto di vista cardiocircolatorio, consigliamo di provare una
posizione
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 11, Numero 1-2, anno 2018
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