Assistere ed educare:
alla dimissione dall’ospedale il 77%, a 4 mesi il 31 % ed a 6 mesi di vita solamente il 10 %.
Sicuramente è da considerare che variabili importanti come il grado di istruzione, il contesto socio-culturale, le condizioni economiche e il supporto familiare, influenzano molto la riuscita dell’allattamento al seno. Ma è dovere e compito dei professionisti sanitari occuparsi di promuovere l’allattamento al seno ed assistere queste donne.
È soprattutto compito dell’ostetrica occuparsi di educare ed assistere le donne in questo percorso tanto importante, attraverso l’acquisizione di competenze e conoscenze scientificamente validate e conformi alle linee guida, ma soprattutto attraverso l’empatia e il sostegno.
Le donne oggi vengono continuamente influenzate da messaggi discordanti, in cui sempre di più si dubita delle capacità delle donne di essere madri, di prendersi cura dei propri figli nel modo migliore.
La donna si approccia al parto e al proprio bambino con moltissime insicurezze. Chi meglio dell’ostetrica può sostenerla e accompagnarla? Un’ostetrica che però non può lavorare da sola, ma in un equipe in cui tutti condividono lo stesso interesse alla promozione dell’allattamento, in cui il pediatra consiglia l’aiuto dell’ostetrica piuttosto che il biberon e il latte artificiale e in cui c’è un clima di supporto e rispetto per la donna, per le capacità innate del suo corpo.
I professionisti sanitari spesso tendono a sottovalutare la rilevanza che il loro supporto e assistenza possono avere nella riuscita dell’allattamento al seno esclusivo, di quanto un consiglio può sollevare una madre dalle proprie insicurezze.
Lo studio presente in questo elaborato si pone l’obiettivo di dimostrare la
grande rilevanza della figura ostetrica nella promozione e nella buona riuscita
dell’allattamento al seno, soprattutto in un contesto in cui il tasso di donne a
cui viene consigliato l’uso dell’aggiunta di latte artificiale alla dimissione,
è piuttosto elevato. Pertanto l’obiettivo è quello di invitare le autorità
sanitarie a puntare
su questa figura, per far sì che sia sempre più presente nel puerperio delle donne e non soltanto in sala parto.
Titolo, materiali e metodi
Lo studio prospettico di coorte si è svolto presso il reparto maternità dell’ A.O.U. Federico II di Napoli, Via Sergio Pansini.
La struttura in questione è sprovvista di rooming in nelle ore notturne e il neonato viene separato dalla madre nelle ore immediatamente successive alla nascita. È stato reclutato un gruppo composto da 91 donne a cui è stata offerta assistenza per l’allattamento.
I criteri di inclusione nello studio sono: neonato in buone condizioni di salute, nato sano e a termine, e nessuna controindicazione materna o neonatale all’allattamento al seno. La figura di riferimento (studentessa ostetrica) che ha offerto assistenza, ha garantito la sua disponibilità per tutto il corso della degenza ospedaliera. Le donne avevano anche a disposizione il numero di telefono della figura di riferimento per qualsiasi dubbio.
L’assistenza si è svolta con un incontro giornaliero, coadiuvato da opuscoli e nozioni validate da evidenze scientifiche.
È stato poi reclutato un gruppo composto da 110 donne che non hanno, invece, ricevuto assistenza dalla figura ostetrica di riferimento.
Entrambi i gruppi hanno firmato un consenso informato (nel caso delle donne seguite il consenso è stato firmato prima di ricevere assistenza) in cui venivano riportare le caratteristiche e lo scopo dello studio e veniva assicurata l’assoluta anonimità dei dati raccolti dal questionario.
Al momento della dimissione è stata compilata, per entrambi i gruppi, una
“Scheda di Valutazione della Poppata”, da altro personale in modalità di cieco
semplice, ed è stato somministrato un questionario composto da 36 domande sul grado di soddisfazione per l’assistenza ricevuta, le sensazioni della madre circa l’allattamento, la durata, modalità e frequenza delle poppate.
Rivista Italiana on line "LA CARE" Volume 11, Numero 1-2, anno 2018
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